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Le linee guida dell'Atto Organizzativo ISS in Commissione Sanità. Si punta a maggiore integrazione Ospedale-territorio

La maggioranza plaude al piano, più scettica l'opposizione

30 apr 2019
i Vertici Iss in commissionei lavori della commissione
i lavori della commissione

La nuova riorganizzazione punta a rispondere ai mutati bisogni della popolazione, per offrire modelli organizzativi mirati ed innovativi, per allinearsi maggiormente alle politiche sanitarie internazionali. Alla base di tutto, l'integrazione Ospedale-territorio – spiega il Direttore generale ISS, Andrea Gualtieri. In estrema sintesi, tra gli aspetti fondamentali da esplicitare nell'Atto spicca l'accreditamento, indispensabile – si è detto - per la sicurezza del paziente e per facilitare il riconoscimento esterno entrando nella rete italiana e europea.

Si guarda alla riduzione dei dipartimenti, da 3 a 2: Ospedaliero e Territoriale; alla ridefinizione dell'offerta dei servizi in Ospedale: dall’Area Critica, che conterrà le Unità Organizzative di Pronto Soccorso, Anestesia e Terapia Intensiva, Cardiologia, all'Area Specialistica e dei Servizi. Inserite invece nel Territoriale le Unità organizzative che prima erano afferenti al Dipartimento prevenzione; introdotta l’Area Fragilità che conterrà Salute Mentale, Minori, Anziani, Disabili; infine l’Area Continuità delle cure con l'introduzione tra l'altro di un Consultorio familiare, Cure Intermedie, Riabilitazione, Oncologia e Cure Palliative. “Occorre specializzarsi sull'emergenza” – suggerisce il Direttore Sanitario, Mara Morini; mentre insiste sulla valorizzazione dell'area previdenziale, da rendere più strutturata il Direttore Amministrativo, Sandro Pavesi.

Ragiona in prospettiva il Segretario Franco Santi richiamando le azioni concrete che i sammarinesi auspicabilmente riusciranno a mettere in campo per la prevenzione e nella promozione di corretti stili di vita, elementi che si riveleranno fondamentali dal punto di vista della sostenibilità del sistema.

Fuori dall'ordinario, tra i commissari è del Presidente Emmanuel Gasperoni (Rf) il primo intervento. Da medico anestesista, ha a cuore l'Area Critica e sottolinea l'importanza ed il ruolo strategico che può giocare la terapia semi-intensiva. Plaude al percorso di accreditamento, Iro Belluzzi (Psd), alla volontà di fare rete con le realtà limitrofe, così come all'introduzione dell'Area Fragilità, “ma le criticità restano” - dice. Un monito, il suo, a non ridurre i servizi basilari per il cittadino come le farmacie. Angelo Della Valle (Ssd) conferma piena fiducia ai professionisti, con l'invito a lavorare per mantenere alta la qualità dei servizi offerti. In ottica prevenzione, Elena Tonnini (Rete) propone invece una mappatura del territorio per analizzare incidenza e casistiche legate a certe malattie “ed agire così – rimarca - sulle politiche territoriali ed economiche del Paese”. Denota mancanza di progettualità, Stefano Canti (Dc). Ci si ostina a copiare modelli di strutture sanitarie simili a quelle italiane e non applicabili al nostro modello di sanità con un bacino di 30.000 abitanti. “Altra criticità – dice - è quella della cardiologia. Con il 50% della popolazione anziana affetta da problemi cardiovascolari un reparto ad hoc è d’obbligo con tanto di reperibilità”. Ugualmente critico sempre per la Dc, Gian Carlo Venturini (Dc) sulla scelta di eliminare il Dipartimento prevenzione, relegandone le funzioni al Territoriale, in un momento di grande eco per le problematiche ambientali; come pure l'Oncologia passata all'Area Continuità delle Cure. Da Alessandro Mancini (Ps) infine qualche timore. “Vedo la tendenza ad un cambiamento troppo aggressivo ed immediato – osserva - ma non fasi di transizione. L'impatto nel nostro istituto, in una realtà come la nostra – conclude - deve essere graduale”.


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