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La legge dei 10 anni unisce i giovani di tutte le forze politiche

17 feb 2011
La legge dei 10 anni unisce i giovani di tutte le forze politiche
E’ sulla legge dei 10 anni che intendono misurare la credibilità della politica, il coraggio, la voglia vera di cambiare, di rinnovarsi. I giovani dei movimenti delle varie forze politiche hanno scelto di abbandonare ogni possibile divisione per ritrovarsi in una posizione unitaria, un fronte comune per raggiungere un obiettivo condiviso: l’approvazione della legge che limita a 10 anni la permanenza in Congresso di Stato e impone una pausa di altri 10 anni prima di assumere un nuovo mandato. “E’ un principio sancito dai nostri avi – fanno rilevare – che già per la Reggenza prevedevano un mandato temporale e una pausa di almeno tre anni prima della successiva rielezione”. Principio che intendono trasferire anche all’esecutivo “per evitare – affermano – la concentrazione del potere nelle mani di una sola persona”. Sono i giovani del PSD, Di Alleanza Popolare, della Democrazia Cristiana e di Noi Sammarinesi. Li accomuna la voglia di rinnovare, di svecchiare la politica, di rifuggere ogni sorta di ingessatura. “Non vogliamo rottamare nessuno – spiegano rispondendo alle interpretazioni circolate - chi dovrà sottoporsi a questa pausa di riflessione potrà portare in altre forme il proprio contributo al Paese: nei partiti, nelle istituzioni, negli organismi internazionali, ovunque ci sia bisogno di esperienza e di professionalità”. Anche loro, come i promotori del disegno legislativo, dicono: “La legge non si tocca! Nessun emendamento che possa stravolgerne l’impostazione”. Si aspettano che la politica rispetti quanto già affermato con l’approvazione all’unanimità dell’Istanza d’Arengo e chiamano la cittadinanza ad assistere alla discussione in Consiglio Grande e Generale e al voto conseguente. “Saremo nel loggione del Palazzo – assicurano – per verificare l’andamento del dibattito e l’esito del voto. Questa legge – concludono – riteniamo rappresenti il fallimento della politica che non ha saputo trovare da sola la strada per il rinnovamento”.

Sergio Barducci

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