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Legge elettorale: ancora nessun accordo. Martedì il dibattito consiliare

di Monica Fabbri
27 lug 2019
il punto di Monica Fabbri
il punto di Monica Fabbri

E' una corsa contro il tempo. Il dibattito sul recepimento del quesito referendario in materia elettorale è stato calendarizzato martedì in attesa di un accordo politico al tavolo istituzionale. Era stato infatti deciso, in ufficio di Presidenza, di lavorare - una volta trovata la quadra - sull'unico provvedimento legislativo del Governo, con tutti gli emendamenti del caso. Al momento, però, dopo un paio di incontri, dell'intesa neanche l'ombra. All'attenzione diverse proposte più o meno note. Nel caso in cui nessuna lista o coalizione superi il 50% al primo turno, la maggioranza propone – dopo l'apparentamento - il ritorno alle urne per il voto confermativo degli elettori con il principio della maggioranza semplice. Sarebbe stato poi proposto di non ricorrere al voto confermativo nel caso di un apparentamento con una maggioranza di almeno 35 consiglieri. L'opposizione mette invece sul tavolo l'ipotesi di dichiarazioni preventive sulle forze politiche con le quali affrontare la fase di negoziazione da indicare nell'allegato al programma di Governo. Si ragiona anche sullo sbarramento ( che si vorrebbe portare al 5%), sul superamento della preferenza unica e sul voto di preferenza per i cittadini residenti all'estero. Lunedì dovrebbe esserci un nuovo incontro dal quale ci si aspetta una decisione sulla strada da intraprendere in vista del comma del giorno successivo.

In Consiglio, accanto al progetto di legge in seconda lettura dell'opposizione che recepisce, senza ulteriori modifiche, i quesiti referendari, c'è anche la proposta in prima lettura della maggioranza. Introduce le tre preferenze e aggiorna le incompatibilità per i membri del Consiglio Grande e Generale inserendo fra le varie fattispecie anche l'Unione Civile.


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