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Legge elettorale: "ritocchi" approvati all'unanimità

La predichiarazione di alleanza post voto diventa vincolante solo per la forza politica che ha ottenuto il mandato per la formazione del Governo

12 set 2019
Legge elettorale: "ritocchi" approvati all'unanimità

Concluso il comma comunicazioni, interamente dedicato alla crisi politica di Governo - che non è ancora formalizzata - il Consiglio Grande e Generale ha approvato le modifiche tecniche alla legge elettorale approvata a Luglio.

In aula nel pomeriggio non se n'è parlato, salvo brevi accenni, ma la crisi politica di Governo è tuttora in corso, anche se sembra essere in stallo e non è ancora diventata una crisi di Governo effettiva certificata dal parlamento. Oggi, dopo la concessione di un'alta onorificenza all'imperatore del Giappone Naruhito, il Consiglio ha preso in esame le modifiche di natura principalmente tecnico-attuativa alla legge elettorale approvata a luglio per recepire il referendum e introdurre anche qualche integrazione. Una di queste era l'obbligo di pre-dichiarazione sulle possibili alleanze, post voto.
L'obbligo rimane ma è vincolante solo per la lista o la coalizione a cui verrà affidato il mandato per la formazione del Governo. Chi parteciperà alle trattative, perché invitato da chi ha il mandato, non sarà più obbligato a rispettare la pre-dichiarazione. Il Consigliere di Mdsi Federico Pedini Amati ha proposto un emendamento per far tornare la soglia di sbarramento al 3,5%, perché la nuova legge lo ha portato al 5% e taglia fuori anche forze politiche da 1.000 preferenze. Una soglia dunque considerata troppo alta per una realtà piccola come quella di San Marino. L'emendamento è stato respinto ma ha ottenuto il dichiarato sostegno di Rete e dell'indipendente Giovanna Cecchetti raggiungendo sette voti favorevoli. Il progetto di legge di modifica della legge elettorale è stato infine approvato all'unanimità - 42 i presenti - con procedura d'urgenza.
Tornando al tema più caldo, quello della crisi politica di Governo, come noto le opposizioni chiedono che la crisi venga subito formalizzata - per esempio con le dimissioni dei consiglieri di maggioranza - e che venga indicata rapidamente una data. Mdsi apre ad un dialogo franco e concreto con una data certa di elezioni ma dopo l’esito di un confronto che svisceri quanto ancora di non detto al Paese. Pare dunque una apertura alla soluzione finora prospettata da Civico 10 e SSD che proprio oggi hanno tenuto una conferenza stampa per chiarire i loro intendimenti.


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