Legge elettorale, sono giorni decisivi per trovare un accordo sul nuovo testo

Giorni decisivi per decidere sulla legge elettorale: il Pd sta incontrando tutti i partiti, mentre il testo dovrebbe approdare in aula, alla Camera, dal 5 giugno.

Ritorno al proporzionale. Con buona pace di chi, nel 1993, tramite referendum votò per un sistema elettorale maggioritario. Ma la fine della legislatura è vicina, troppo per arrivarci senza una legge, e bisogna trovare un accordo. Ed ecco dunque il “Rosatellum”, un “Mattarellum” riveduto e corretto, alla tedesca, dice qualcuno.
Sembrano davvero essere tutti d'accordo, o quasi, perfino il Movimento 5 Stelle ha ricevuto l'ok, anzi i clic, da 27mila elettori che hanno detto sì. Ci starebbe anche Forza Italia, la Lega è comunque contenta di tornare alle urne, mentre è il partito del ministro Alfano a storcere il naso, lo sbarramento al 5% appare troppo alto.
Al Nazareno il Partito Democratico incontra tutti i partiti, prima che la direzione licenzi la proposta. Proposta che prevede un sistema misto maggioritario/proporzionale senza premio di maggioranza, per Camera e Senato: il 50% dei parlamentari sarà eletto tramite collegi uninominali, l'altro 50% sulla base dei voti presi dal partito su base nazionale per la Camera, e su base regionale per il Senato. Per la parte maggioritaria, ogni partito candida una persona in ciascun collegio uninominale e chi ottiene più voti è eletto. Per la parte proporzionale, nei collegi plurinominali sono eletti un minimo di 2 e un massimo di 4 parlamentari su base proporzionale. In ogni collegio i partiti presentano liste bloccate, senza preferenze. Quota di sbarramento al 5%, e ci sono anche le quote rosa: nessuno dei due sessi può rappresentare più del 60% di un listino bloccato.
Sulla data, c'è incertezza: Grillo indica il 10 settembre, anche secondo Renzi l'autunno può andare, perché la manovra economica, dice, potrà essere approvata dal nuovo governo.

Francesca Biliotti

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