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Legge "salva-banche" fra rapporti con FMI e obblighi della Convenzione Monetaria

di Monica Fabbri
21 giu 2019
Sentiamo Monica Fabbri
Sentiamo Monica Fabbri

La legge approvata all'unanimità scaccia definitivamente lo spettro del Bail-in. In caso di crisi bancarie – spiega la politica - i depositanti saranno garantiti più che in altre realtà intorno a noi, oltre i 100.000 euro. Una scelta che alimenta la fiducia ma apre a una nuova domanda: quale sarà la risposta di Europa e FMI ad una soluzione che si muove in direzione diversa alle direttive comunitarie? Non è un mistero che il Fondo spingesse per l'introduzione del bail-in nel nostro ordinamento come è altrettanto noto che diversi paesi – fra cui l'Italia – lo abbiano messo in discussione.

La politica sammarinese ha tenuto, compatta, il punto. E' stato spiegato a più riprese al Fondo Monetario le ragioni della scelta – racconta il Segretario Eva Guidi al Question Time di Palazzo Pubblico - aggiornandolo costantemente mentre la proposta sulle crisi bancarie prendeva forma. Insomma, non è stata una sorpresa. Riguardo invece all'Unione Europea, ora occorre accordare la legge “salvabanche” con la famosa Direttiva BRRD – che contiene anche il Bail-In – e che San Marino è chiamato ad acquisire come previsto dalla Convenzione Monetaria stipulata nel 2012.

C'è chi ora spera che la soluzione adottata dalla Repubblica possa rappresentare un esempio virtuoso nelle risoluzioni di crisi bancarie in un momento in cui numerosi Paesi stanno cercando di dribblare il salvataggio interno. Gli obblighi che derivano dalla Convenzione saranno ottemperati ma l'inserimento nell'ordinamento sammarinese delle direttive europee – chiarisce la Guidi - non comporterà la loro immediata applicazione e terrà conto – assicura - delle nostre peculiarità.


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