La legge sullo ius soli scatena gli animi e l'aula del Senato diventa un ring

La legge sullo Ius Soli arriva in Senato, a due anni dall'approvazione del testo alla Camera, ed è subito bagarre. La discussione riprenderà alla fine del mese e non è esclusa la fiducia.

“Giovedì nero”, titolano i quotidiani che dipingono le scene meno edificanti accadute nell'aula del Senato, coi rappresentanti leghisti che sventolavano messaggi espliciti, oltre a presentare ben 48mila emendamenti, richiamando tra l'altro pericoli di terrorismo e immigrazione. La legge sullo ius soli ha scatenato gli animi: il testo, approvato due anni fa alla Camera, è ora al voto finale ma la Lega mirava a far sospendere la seduta, e c'è quasi riuscita, visto che dopo il plateale “vaffa” che il senatore Volpi ha riservato al presidente del Senato Pietro Grasso, questi lo ha espulso, salvo poi tornare sui suoi passi proprio per evitare la sospensione. La ministra Fedeli ha rimediato una contusione ed escoriazioni al braccio, e fuori da Palazzo Madama c'erano esponenti di Casapound e Forza Nuova a gridare contro il provvedimento. I primi hanno tentato di sfondare lo sbarramento delle forze dell'ordine, mentre 64 appartenenti a Forza Nuova sono stati identificati e denunciati per manifestazioni non autorizzata, violenza, resistenza a pubblico ufficiale e apologia di fascismo. Con la riforma 800mila giovanissimi figli di immigrati, nati in Italia, potrebbero ottenere la cittadinanza italiana: la discussione riprenderà a fine mese, col governo intenzionato a chiedere la fiducia. I numeri ci sarebbero, nonostante il M5S abbia annunciato di non voler votare in favore della legge.

Francesca Biliotti

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