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Libera: "Ci siamo già giocati tutto il debito", e consegna alla Reggenza 200 firme

Depositata la petizione sui grandi debitori e, in vista del referendum, il partito torna a dire sì " per uno Stato che assista le donne, soprattutto nei momenti in cui sono più in difficoltà"

di Monica Fabbri
23 set 2021

Oltre 200 firme per chiedere la pubblicazione dei grandi debitori delle banche. Libera le ha consegnate alla Reggenza e annuncia che continuerà la sua battaglia. “Sul sistema bancario si gioca una partita importante, correlata al debito”– afferma Matteo Ciacci in conferenza stampa. Operazione necessaria nei confronti dei cittadini, ribadisce Eva Guidi, che cita il Presidente Abi Patuelli, che in Italia definì la questione “etica”. “Ci siamo già giocati tutto il debito. Dei 340 milioni – puntualizza Ciacci - il 45% è finito nelle banche mentre il resto verrà utilizzato per interessi, commissioni e spesa corrente. Per questo chiediamo totale trasparenza nel sistema bancario, in particolare per le posizioni più rilevanti, sostenute per anni direttamente o indirettamente dallo Stato”.



La strada verso un ritorno sui mercati internazionali pare ormai segnata e Libera teme una “deriva pericolosa” senza riforme strutturali e sviluppo. “Non possiamo pensare di finire nel vortice del debito” - avvertono Segretario e capogruppo. “I numeri non bastano, servono idee e prospettiva”. Infine, Libera lancia forte il suo messaggio in vista del voto di domenica. “E' stata una campagna referendaria impegnativa e dura”, commenta Marina Lazzarini, che stigmatizza quelli che definisce messaggi “facilmente contestabili per non dire menzogneri”. “Non è vero che vogliamo l'aborto al nono mese. Vogliamo che venga regolamentato in modo corretto ed equilibrato. Noi diciamo di votare un sì convinto per avere un Paese che possa dare dignità a tutti, anche alle donne. Se vogliamo davvero un paese civile dobbiamo fare in modo che lo Stato le assista, soprattutto nei momenti in cui sono più in difficoltà”.

Nel video le interviste a Matteo Ciacci e Marina Lazzarini





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