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Lite Grillo-Renzi sulla legge elettorale. Poi dieci sì al Pd

8 lug 2014
Lite Grillo-Renzi sulla legge elettorale. Poi dieci sì al Pd
Lite Grillo-Renzi sulla legge elettorale. Poi dieci sì al Pd
Botta, risposta, rottura, retromarcia. Il campionario è vario e completo e tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle si è passate in poche ore, dopo il mancato incontro tra le due forze politiche, dall'abisso a una possibile schiarita. "Stiamo scivolando lentamente verso una dittatura a norma di legge, il M5S non resterà a guardare e spera che i sinceri democratici che esistono negli altri partiti facciano altrettanto", ha detto Beppe Grillo all'apice della crisi.

Subito è arrivata la replica di Matteo Renzi: "Io sono un ebetino, dice Beppe, ma almeno voi avete capito quali sono gli 8 punti su cui #M5S è pronto a votare con noi? #pochechiacchiere". "Non è uno scherzo, sono le regole! Chiediamo un documento scritto per sapere se nel M5S prevale chi vuole costruire o solo chi urla". In serata il colpo di scena: dai 5 stelle arriva, sia pure con alcune condizioni sulla legge elettorale (ballottaggio con premio basso) e sulle riforme, il sì al decalogo sottopostogli dal presidente del Consiglio e dal Pd come punto di partenza per avviare una trattativa. E così (forse) si riparte.

"Se c'è una risposta dal M5s alle 10 domande da noi poste, in maniera pubblica come noi in maniera pubblica le abbiamo poste, c'è assolutamente la disponibilità a sedersi al tavolo e riprendere il cammino del confronto, che faticosamente abbiamo iniziato e che oggi ha avuto una battuta d'arresto, ma che credo debba e possa proseguire", dice Lorenzo Guerini al Gr1 (poco prima della risposta giunta da M5s ai 10 punti Pd).

(ANSA)

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