"Confronto serrato e impegno inequivocabile per integrare le istanze emerse in un assetto normativo equo e sostenibile". I gruppi consiliari di maggioranza - Pdcs, Libera, Psd, Ar e l'indipendente Giovanna Cecchetti - guardano all'esito del dialogo di queste ore con i sindacati sulla riforma IGR: "Rimossi gli ostacoli principali - riferiscono - con interventi significativi sui punti di maggiore frizione", e li ricordano: totale eliminazione del raddoppio delle imposte sul TFR; nuova modalità di calcolo delle passività SmaC, innalzando la soglia di reddito da 23mila a 24mila euro. E sulla disparità di trattamento per i lavoratori frontalieri maggioranza e Governo ricordano l'estensione delle nuove detrazioni d'imposta legate alla tracciabilità della SmaC a tutti i lavoratori.
Misura questa che, unita alla disponibilità ad abbassare la quota SmaC massima da 6mila a 5mila euro e a raddoppiare la deducibilità carburanti (da 750 a 1500 euro), amplia la possibilità di maturare la detrazione massima. L'impianto originario - ricorda ancora la maggioranza - viene così rimodulato per intercettare le reali esigenze di spesa. Ammettono il permanere della divergenza legata al cosiddetto "bonus protezione reddito", concepito come incentivo per i residenti, anche non dipendenti. Nessuna volontà discriminatoria, bensì il riconoscimento - spiegano - della diversa posizione fiscale del residente - soggetto a tassazione dei redditi ovunque prodotti - e del frontaliere - tassato per i soli redditi prodotti in territorio. Rivendicando i cambiamenti ottenuti in poco più di una settimana grazie al dialogo, promettono un percorso aperto e volontà politica di perseverare nel confronto, auspicando che la mobilitazione, per quanto lecita, non trascuri i benefici della riforma.
Ma i sindacati compatti non arretrano e invitano alla partecipazione allo sciopero generale di martedì 7 ottobre. Ritrovo alle 8.30 in Piazza Nazioni Unite, corteo fino a Piazza della Libertà per la manifestazione contro "una legge iniqua e odiosa - scrivono Csdl, Cdls e USL - basata sulla discriminazione e sull'obbligo di aumentare le spese in territorio anche per chi fatica ad arrivare a fine mese" e insistono sui controlli contro evasione ed elusione come nuove voci di entrate. Pesante, poi, l'attacco al metodo: "Gli spiragli aperti da singole componenti della maggioranza - rilevano le tre sigle - non hanno trovato ascolto: ha prevalso chi continua a lanciare il guanto di sfida per misurare i muscoli. Comportamento irresponsabile - concludono - che merita una reazione massiccia".