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Marco Podeschi: "Pulizia etnica parola giusta"

12 dic 2013
Marco Podeschi: "Pulizia etnica parola giusta"
Marco Podeschi: "Pulizia etnica parola giusta"
“Pulizia etnica” è il termine esatto per giudicare l’atteggiamento di alcune parti politiche e alcuni politici che è in atto ormai da qualche tempo verso esponenti dell’Unione Per la Repubblica”. In se non sarebbe una novità – chi ricopre ruoli – spesso in maggioranza – ha necessità di eliminare avversari politici distruggendo la credibilità delle persone.
La vicenda “Mazzini” è in se un esempio perfetto di come – una questione che al momento non ha rilevanza giudiziaria per le persone menzionate – sta lentamente procedendo verso una condanna in contumacia dei “presunti” protagonisti.
UPR aveva già qualche tempo fa detto – in modo pubblico – che poteri “forti” – anche di provenienza esterna alla Repubblica di San Marino, stavano operando con fini ben specifici, fra cui quello di mettere in ginocchio il Paese per poi ricomprarselo con pochi spiccioli.
In un Paese nel quale vige lo Stato di Diritto ci sono delle Leggi che tutti devono rispettare: politici, cittadini e giornalisti. Ci sono i vari poteri dello Stato che devono operare con reciproco rispetto e autonomia. Tutti chiedono autonomia, tutti chiedono celerità nei giudizi, ma mentre lo fanno hanno già emesso sentenze, scavalcando il potere giudiziario, emettendo sentenze di natura morale sulle persone. Personalmente conosco Pier Marino Menicucci, Giovanni Lonfernini, Cesare Antonio Gasperoni, Gian Marco Marcucci, Remo Giancecchi da molti anni, con loro ho vissuto esperienze politiche nel Partito Democratico Cristiano, nei Democratici di Centro e ora nell’Unione Per la Repubblica.
Alcuni di loro hanno costruito in me la passione per la politica, il rispetto per la cosa pubblica, fatto aumentare l’amore per il mio Paese. Con loro ho condiviso esperienze istituzionali rilevanti e ora un periodo lungo di opposizione politica in cui spesso – molto spesso – prima i Democratici di Centro e poi l’Unione Per la Repubblica ha assunto posizioni molto critiche contro la maggioranza, scomode, ha attaccato alcuni poteri forti esterni ed interni alla Repubblica.
Il mio non è un atto di difesa – non ne hanno bisogno – ma una puntualizzazione di chi ha condiviso e continuerà a condividere percorsi politici e personali. Chi fa parte dell’UPR non fa politica per professione e non deve difendere posizioni di potere. I membri del gruppo consiliare dell’UPR e i suoi dirigenti prima che politici sono delle persone, con una loro professione ed onorabilità. Questo probabilmente sfugge a qualche ex leader politico, ex banchiere che da qualche giorno ha assunto il ruolo di novello “Torquemada”.
In se la cosa non mi stupisce, forse dopo le varie poltrone ottenute sempre per meriti politici negli ultimi 35 anni (non mi risulta abbia sostenuto una selezione pubblica per essere nominato Presidente della Cassa di Risparmio o della Fondazione CARISP SUMS) ora ha, magari annoiandosi, qualche nuova mira. Tribunale? Qualche autorità che ha bisogno di un Presidente? Sinceramente la cosa mi interessa poco o nulla anche perché sentire giudizi morali da chi, e vado a memoria, sia stato il primo membro del Consiglio Grande e Generale eletto dal Consiglio ad un incarico istituzionale esterno – Fondazione Cassa di Risparmio mi fa un po’ sorridere, non dal punto di vista tecnico-istituzionale, nomina legittima e tecnicamente ineccepibile, ma dal punto di vista politico ed etico. Ma anche questa è un’altra questione che nel novembre 2012 i cittadini hanno già avuto modo di considerare dopo una lunga campagna elettorale condotta dal “candidato Presidente uscente”. Il novello Torquemada parla di milioni di euro prelevati con dovizia di particolari – avendo come fonte presunta rapporti di Polizia Giudiziaria o AIF che sinceramente non riesco a capire come possano essere in suo possesso non facendo parte ne dell’AIF, ne della Polizia Giudiziaria, ne della Magistratura, ma forse dall’alto potere riesce ad avere informazioni che la gente normale non riesce ad ottenere.
Ora questa condizione deve fare pensare perché qualcuno può avere informazioni su conti bancari e movimentazioni, comportamenti personali, frequentazioni. Poi – nonostante tutto sia legittimo e lecito rispetto alle Leggi della Repubblica di San Marino – iniziare a pubblicare notizie su social network seguiti da articoli di stampa con informazioni, cifre, nomi chiedendo ai soggetti in campo di giustificarsi pubblicamente – il Tribunale Unico in questa nuova concezione della Giustizia non serve più: la sentenza sarà data da Torquemada e sarà lui a dire chi è onesto e chi è disonesto.
Mi dispiace arrivare a dire pubblicamente questo ma ci sono cose “strane” che sono avvenute in questi anni intorno a esponenti dell’UPR. Monitoraggi costanti sul mio profilo FB dal 2010 – con avvisi “sibillini” a non esagerare con i commenti. Altri atti "molto poco edificanti" dal punto di vista personale, che l’energica maggioranza che ha guidato il paese dal 2008 al 2012, ha esercitato senza risparmiarsi su alcuni di noi in stile pulizia etnica.
Ma quando le pressioni, le intimidazioni ricevute a vario titolo a livello personale non ottengono risultati ecco partire la "bomba" per distruggere la credibilità delle persone, con una tecnica molto nota nella vicina Italia.
Bomba che è ormai 15 mesi che qualcuno agita per indurre me e altri esponenti dell'UPR a avvicinarsi a lidi più favorevoli della maggioranza o oppure ritirarsi a vita privata smettendo di rompere le scatole a livello politico.
Personalmente non mi sono mai fatto intimidire in passato, ne mi farò intimidire in futuro anche perché mentre qualcuno agita Mazzini, il Paese muore, pronto a essere conquistato per pochi euro da alcuni poteri forti e qualche arzillo politico in pensione pronto a risalire sulla ribalta. E l’apatia, con la quale è iniziata ieri notte la discussione sull’articolato della riforma fiscale, mi induce a confermare questa mia impressione.

Comunicato stampa Marco Podeschi

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