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Messaggio della Ecc.ma Reggenza in occasione della celebrazione della Giornata della Memoria

26 gen 2010
Messaggio della Ecc.ma Reggenza in occasione della celebrazione della Giornata della Memoria
Messaggio della Ecc.ma Reggenza in occasione della celebrazione della Giornata della Memoria
Il 27 gennaio ricorre la giornata internazionale, dichiarata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, in memoria delle vittime dell’Olocausto.
Questa data, scelta proprio perché il 27 gennaio 1945 furono liberati gli ultimi prigionieri rimasti ancora in vita ad Auschwitz, determinò la fine di uno sterminio, barbaramente pianificato contro le popolazioni europee di origine ebrea e contro gruppi appartenenti ad altre minoranze che una lucida follia intendeva eliminare per sempre.
La Reggenza, condividendo la Risoluzione adottata dall’ONU, fatta unanimemente propria dal Consiglio Grande e Generale, è certa di rappresentare i sentimenti di tutti i sammarinesi nel dare solennità anche istituzionale ad una ricorrenza per uno dei più efferati atti di genocidio che hanno contraddistinto la storia dell’uomo.
Ricordare è un dovere, è il modo migliore per rendere omaggio al sacrificio di tante vittime innocenti e per confermare il nostro impegno a condannare senza riserve ogni genere di intolleranza e di violenza compiute a danno di persone o di comunità di origini etniche o religiose diverse.
Ecco perché occorre “rifiutare ogni negazione dell’Olocausto “ ed ecco perché lo scorrere del tempo non dovrà mai offuscare il significato di una tragedia che si è consumata in un cammino di sofferenza e di umiliazione nel completo disprezzo del diritto di ogni essere umano.
L’invito a riflettere su questo momento celebrativo non può quindi essere gesto che contiene finalità di persuasione, ma un dovere morale per raccogliere una eredità di dolore come atto di rispetto verso le vittime e come trasmissione di memoria fra generazioni.
Nel rendere omaggio alla tragedia vissuta da milioni di esseri umani, rinnoviamo il nostro invito a non dimenticare affinché questa parentesi della storia dell’uomo sia di monito e di insegnamento per condividere un percorso di rispetto verso le razze e verso le appartenenze e per una presa di coscienza sempre più incisiva per promuovere dialogo e tolleranza fra le genti.

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