Messaggio di Mons. Turazzi, all’omelia della Celebrazione Liturgica

Messaggio di Mons. Turazzi, all’omelia della Celebrazione Liturgica.
Il lato destro dal quale sgorga l’acqua che dà vita in eccedente abbondanza è il petto trafitto del Signore. Lui è il tempio vivo, Sacramento dell’incontro con Dio. Viviamo questo inizio del nostro cammino civico con lo sguardo rivolto al Crocifisso.Il Papa ci confidò d’aver strappato furtivamente il piccolo crocifisso dalle mani del suo vecchio confessore ormai composto nella bara e di tenerlo sempre sul suo cuore.Guardiamo il crocifisso. E che cosa ci dice? “Guarda se trovi in me altro che amore”! Anche noi come i nostri padri, come i milioni di credenti sparsi nel mondo, come “sale della terra” (così Gesù chiamava i suoi discepoli-cfr) e come tanti uomini di buona volontà e senza pregiudizi apprendiamo, da quelle braccia spalancate e immobilizzate dai chiodi, la lezione dell’amore che si dona senza riserve. “E’ un fiume -canta il salmo 145- e noi i suoi ruscelli per rallegrare la città di Dio”. Il Vangelo ci ha parlato di Gesù che prende iniziativa e guarisce. Chi di noi non è desideroso di guarire dalle sue fragilità e infermità? Gesù non domanda niente, né fa rimproveri. Non per indifferenza ma perché consapevole che spesso siamo vittime del peccato e perché ci prende dal punto in cui siamo. E poiché ci vuole preservare nella prova, raccomanda: “Non peccare più, che non ti accada di peggio”.Ricevuto, Signore! 

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