Monti apre alla possibilità di restare a Palazzo Chigi

Monti apre alla possibilità di restare a Palazzo Chigi.
Mentre a Taranto la tensione per la chiusura dell’Ilva resta alta e le regioni propongono per se stesse il taglio di stipendi, consiglieri e benefit dopo lo scandalo dei fondi nel Lazio, Mario Monti per la prima volta apre alla possibilità di restare a Palazzo Chigi anche nella prossima legislatura. «Se ci dovessero essere circostanze speciali, che io mi auguro non ci siano, e mi verrà chiesto, prenderò la proposta in considerazione», dice il professore a New York, dove ieri ha rivendicato all’Assemblea generale dell’Onu il ruolo guida dell’Italia nella lotta alla crisi. Monti, dunque, non si candiderà, anche perché è già senatore a vita.
Ma ora si dice pronto a servire ancora il Paese: «Non prevedo che una seconda occasione sarà necessaria, ma non posso escludere nulla, e risponderò alle eventuali richieste se le condizioni dovessero richiederlo», rileva, auspicando che dalle elezioni di aprile emerga “un risultato politico chiaro”. E se il presidente Napolitano chiede al governo di cambiare la legge sulla diffamazione dopo la condanna al carcere del giornalista Sallusti, il decreto sviluppo domani approderà nel Consiglio dei ministri che dovrebbe varare anche i tagli alle regioni. Intanto, la prossima settimana sarà cruciale per la legge elettorale, che Monti confida venga riformata in “tempi non lunghi”. E, parallelamente alle inchieste sulle spese della politica, è in stallo il percorso parlamentare della legge anticorruzione. Bersani, Di Pietro e Casini fanno pressing sul governo perché blindino al Senato il testo già approvato a Montecitorio in modo da varare al più presto la legge reclamata da Napolitano e Monti. Ma il Pdl fa muro e rallenta.

Ad Roma Francesco Bongarrà

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