Nella giornata internazionale dell'alimentazione – che cade nell'ottantesimo compleanno della FAO - tutto ruota intorno ad un obiettivo che si allontana: sconfiggere la fame entro il 2030. Le cifre ci restituiscono la drammaticità di un fenomeno che colpisce 673 milioni di persone nel mondo. Fame usata come arma, con blocchi degli aiuti, distruzione dei campi agricoli e dei servizi idrici e sanitari.
Lo abbiamo visto a Gaza ma succede anche in Sudan, dove si sta vivendo una delle crisi umanitarie più gravi ed invisibili. Nel 2025 i conflitti armati hanno innescato almeno 20 crisi alimentari. Tra il 2023 e il 2024 i numeri di chi soffre la fame sono più che raddoppiati, raggiungendo quasi i due milioni. Difficilmente dimenticheremo la disperazione della popolazione palestinese, le immagini dei bambini che implorano il pane. Nella Striscia la tregua non coincide con la fine della carestia: l’intera popolazione sotto i 5 anni – denuncia Unicef – è a rischio di malnutrizione acuta.
“L'uso della fame come arma di guerra è un crimine” ha detto Papa Leone nel suo intervento alla Fao. Il pontefice guarda a quei luoghi del pianeta in cui la povertà è diventata il pane quotidiano e si appella alla comunità internazionale affinché non si volti dall'altra parte. “La fame – afferma - nega la dignità, è ora di agire. Serve la volontà di attuare l'agenda 2030, basta dichiarazioni". Obiettivo o miraggio? Secondo il rapporto sull'Indice Globale della Fame 2025, procedendo di questo passo ci vorranno oltre 100 anni per arrivarci.
La Fao fa appello alla collaborazione globale, per costruire un futuro pacifico, sostenibile, prospero e sicuro dal punto di vista alimentare. Il tema scelto è "Mano nella mano per un cibo migliore e un futuro migliore". Anche San Marino, Paese Membro dal 1999, partecipa alle celebrazioni attraverso la propria Rappresentanza Permanente. E ribadisce la centralità della sicurezza alimentare come diritto umano fondamentale e presupposto di stabilità e di pace, sostenendo politiche multilaterali orientate alla lotta contro la fame, alla tutela delle risorse idriche e alla promozione dell’agricoltura sostenibile.
In questa giornata i riflettori si accendono anche sull'altra faccia della crisi alimentare, vale a dire l'obesità, ormai considerata il nuovo volto della malnutrizione. A tal proposito l’Unicef segnala un cambio epocale: secondo gli ultimi dati un bambino su dieci vive oggi in condizione di obesità superando il sottopeso come forma di malnutrizione più comune. Un sorpasso storico. In Italia più di un bambino su quattro è in sovrappeso e uno su dieci è obeso, con gravi conseguenze a lungo termine sulla salute. Nuova emergenza globale che richiama alla responsabilità: l’Unicef invita quindi i governi a considerare l’obesità non come colpa individuale, ma come fallimento collettivo. Un problema che non si risolve con la dieta, ma con politiche che restituiscano ai bambini il diritto di crescere in un ambiente sano, equo e consapevole.