Consiglio: anticipati i decreti sulle banche; Dim esce dall'Aula

L'opposizione mostra i muscoli e gioca la carta dell'ostruzionismo. Chiede lo scorporo di tutti i decreti per rimandare la ratifica di quelli sulle banche. Arma legittima ma duramente criticata da Adesso.sm che la giudica non più accettabile. “E' stato bloccato – scrive - l’avanzamento di una serie di provvedimenti normativi e la discussione delle Istanze d’Arengo.” Scoppia la polemica quando il Segretario alle Finanze chiede il rinvio del decreto numero 60. La minoranza si oppone, “andava fatto prima – accusa – non a comma aperto. Si può fare, "il Comma rimane invariato - spiega La Reggenza - non si modifica l'odg”. Si anticipano poi i decreti 78 e 80, perché “fondamentali – sostiene Celli - per chiudere il capitolo di integrazione di Asset in Carisp e il ritorno all'operatività del sistema. “Non ratificarli – spiega - sarebbe pericoloso". La Dc in un odg torna invece a chiederne il ritiro. Si impegna anche il Congresso a fornire una documentazione sull'allocamento dei fondi pensione e Fondiss, e la convocazione entro luglio di un tavolo fra Governo, Bcsm, banche e magistratura. Lo sostiene tutta la minoranza, ricordando che il 79 – rinviato dal Governo – resta in vigore. Se lunedì Bcsm vorrà utilizzare Fondiss – dice Iro Belluzzi - potrà farlo. Poi denuncia: “nonostante prese di posizione e segnali di preoccupazione, viene lasciato tutto come lettera morta”. Pedini Amati si augura che i sindacati alzino le barricate. "Governo e maggioranza forzano la mano - accusa- senza tenere conto della protesta”. “Qui abbiamo il direttore di Bcsm che va in Consiglio di previdenza e dice che ha bisogno dei fondi pensione”, aggiunge Roberto Ciavatta, mentre Alessandro Mancini ricorda il ricorso di legittimità costituzionale al collegio dei garanti. “Se dovesse decidere che sono illegittimi – chiede Alessandro Cardelli - come pensate di comportarvi? Lo Stato – risponde Giuseppe Morganti - si è comportato in maniera coerente, decidendo di individuare un istituto di credito più solido, in cui fare trasmigrare attivi e passivi in maniera che nessuno perda nulla. Su tutta la partita Fondiss, il governo - afferma - ha manifestato disponibilità a ragionare fino al punto di essere disposto a fare una decisa inversione di rotta. “Ritirare i decreti – aggiunge Roberto Giorgetti – significherebbe azzerare un percorso già ampiamente discusso senza un progetto alternativo a sostegno di altre scelte". Se la maggioranza boccia il primo punto dell'odg, si dice invece pronta a ragionare sugli altri due. Matteo Ciacci ricorda l'impegno ad arrivare a modifica dello statuto di Banca Centrale con una forte riflessione sull'autonomia. L'odg non passa con 32 voti contrari. E' di nuovo scontro nel dibattito sulle misure urgenti a sostegno del sistema bancario, così come tornano gli attacchi ad una maggioranza “che ascolta solo se stessa e i vertici di Banca Centrale”. I tre decreti – dice l'opposizione – "sono complementari e fotografano un disegno ormai chiaro, con Carisp che diventa il veicolo di un progetto che si sta concretizzando e che apre la strada al salvatore di San Marino". Democrazia in Movimento abbandona l'Aula, “per non essere partecipe – dice – dell'oscenità dell'indebitamento”. “Quei decreti – afferma la maggioranza – sono urgenti, perché salvaguardano risparmiatori e l'intero sistema bancario”.

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