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Nuova spaccatura nel Pdcs: 4 consiglieri lasciano il partito

6 giu 2007
Pdcs
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Alla fine hanno rotto gli indugi e deciso di lasciare la Dc e di formare un nuovo partito. Nome e simbolo li sveleranno verso fine mese, insieme al manifesto costitutivo, intanto venerdì si recheranno dalla Reggenza per comunicare la decisione. Gian Marco Macucci, Federico Bartoletti, Nicola Selva e Pier Marino Menicucci da oggi non appartengono più al gruppo consigliare democristiano, ne formeranno uno autonomo del quale Bartoletti ne assumerà la guida.
Tutto – spiegano – è nato con il congresso politico. Chiedevamo il rinnovamento delle persone e dei metodi ma quanto accaduto nel primo consiglio centrale ha dimostrato che la Dc era invece tornata indietro di 30 anni. Alle nostre sollecitazioni – spiega il consigliere Marcucci – abbiamo trovato una porta chiusa, abbiamo dialogato a lungo ma senza alcun risultato; quella che abbiamo registrato – aggiunge - è la totale assenza della volontà di rinnovamento”.
E’ un giudizio severo quello che danno del loro ex partito, accusato di miopia politica, di essere ripiegato su sé stesso, di isolamento politico, di incapacità a cogliere le sfide imposte dalla nuova legge elettorale. “Siamo già nella seconda Repubblica – spiega Bartoletti – e la prossima consultazione elettorale la sancirà ufficialmente. La legge elettorale – chiarisce – deve far leggere la politica in chiave assolutamente diversa dal passato e noi intendiamo arrivare preparati a quell’appuntamento”. Il partito a cui hanno dato vita si ispira ai valori del popolarismo cattolico, laico e liberale. Nasciamo dall’opposizione - spiegano - e faremo un’opposizione critica ma costruttiva. Non andremo – chiariscono – a puntellare la maggioranza.
L’appello che lanciano è rivolto a tutto il mondo democristiano, a coloro che sono ancora dentro la DC, a quelli che se ne sono andati, ai democristiani del futuro. Perché – spiegano – vogliamo dar vita ad un vero centro moderato che registri la partecipazione e il protagonismo di tutti. La riflessione più sofferta è quella di Pier Marino Menicucci, per ben 4 volte Segretario della DC. “Una decisione difficile – confessa – ma inevitabile. Non si può accettare questa impostazione politica degli attuali dirigenti – spiega Menicucci – di dialogare solo con i partitini di opposizione e da qui partire per andare alle elezioni. E’ una posizione assolutamente perdente. Un partito – chiarisce – deve saper essere protagonista e dire la sua. Si è chiusa un’epoca – conclude - e deve aprirsene un’altra”. A chi gli fa notare che verso i fuoriusciti di allora, i Democratici di Centro di oggi, il suo giudizio non è stato certo tenero, risponde “Abbiamo tutti commesso degli errori, forse se loro fossero rimasti avremmo avuto più forza per cambiare le cose. Nella chiusura del Congresso ho invitato con forza a tendere loro una mano e ora è il momento di unire e non di dividere”.

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