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Consiglio Grande e Generale: è scontro sul futuro magistrato dirigente

27 nov 2018
L'aula del Consiglio
L'aula del Consiglio
Si apre il Consiglio del bilancio. In attesa della discussione in prima lettura della manovra, l'Aula spazia nel comma comunicazioni tra diversi temi. Davide Forcellini torna sulle norme del Testo Unico che a distanza di un anno continuano a bloccare le compravendite immobiliari.
L'ordine degli avvocati e notai ha sottolineato ancora una volta che le novità normative hanno reso difficile e oneroso l'incontro fra domanda e offerta, dando mandato al Consiglio direttivo di informare l'opinione pubblica e organizzare proteste per abrogare della norma, definita “tecnicamente errata e depressiva per l'economia del paese e negativa per le connesse entrate fiscali dello stato”. Il Governo – dice Forcellini - ha dimostrato inadeguatezza e inettitudine, dimostrandosi sordo alle sollecitazioni che arrivano dalla cittadinanza. “Un passo indietro – sollecita - andrebbe fatto”. Teodoro Lonfernini anticipa invece l'argomento principe della sessione, vale a dire la legge di bilancio, manifestando tutto il suo disappunto per l'assenza del passaggio del pdl nella Commissione preposta, “la sua sede naturale”. “Non è normale ed è intollerabile – attacca - apprendere notizie sui giornali o scoprire che un atto è stato depositato”. Nel rinnovare l'invito a
lavorare con metodo diverso, fa suo il messaggio lanciato dal Presidente degli Industriali, quando auspica che il sistema di relazioni fra politica e mondo dell'impresa cambi quanto prima. “Vi stanno dicendo – dice Lonfernini - che le decisioni prese fino ad oggi sono unipersonali. Quello che come opposizioni sottolineiamo da ben due anni. Pensateci e fermate le bocce, per richiamato senso di responsabilità comune”.

La politica ha fallito proprio sul metodo – ribadisce Iro Belluzzi – che invita la maggioranza, così come già fatto nel programma Palazzo Pubblico, a individuare insieme le modalità attraverso cui arrivare ad un profilo per il nuovo magistrato dirigente.
“Il tribunale – ricorda il consigliere del Psd - è di tutti i sammarinesi, di tutta la politica, non della sola maggioranza”. A tenere banco anche il no dell'Ente Cassa alla fusione fra Bsm e Carisp.
“Si rincorrono voci – dice Mariella Mularoni – che da mesi Governo e Banca Centrale stiano lavorando al progetto nel silenzio”. Chiede se siano state considerate le ricadute economiche e d'immagine, se sia stato messo in conto la fuga dei correntisti. “Bastava pensare alle problematiche dell'integrazione di Asset – commenta - per abbandonare l'idea”. Critica poi il Governo per non essersi posto domande sulla sostenibilità del progetto. Lo Stato – secondo la relazione di KPMG – sarebbe dovuto essere garante dell'operazione. Con quali risorse? Scaricando – chiede - i costi sulla collettività?” Fabrizio Perotto parte dalla parola fiducia e fa notare che i sammarinesi sono stanchi di ascoltare continue lamentele e litanie. In quest'ottica di positività e di spirito costruttivo – afferma – rimarca il gioco di squadra dell'agenzia per lo sviluppo che si è presentata mercoledì, per dare prospettive al paese, mettendo in luce le sue eccellenze. Jader Tosi torna invece sull'Assemblea degli industriali, rimarcando la necessità di un cambio di passo, a partire dalla fine della contrapposizione politica e l'apertura al dialogo. “Cominciate a darci spunti piuttosto che soli no con l'unico obiettivo di rovesciare il carro” – dice rivolgendosi all'opposizione.

Ma è sulla giustizia che tornano a riaccendersi i riflettori. Sono stati convocati venerdì prossimo Commissione Giustizia e Consiglio Giudiziario Plenario “con all'ordine del giorno come unico punto – racconta Denise Bronzetti - la nomina del magistrato dirigente del tribunale. “Siamo rimasti basiti ed esterrefatti – spiega - perché nessuno di noi commissari è stato preventivamente informato. Non è questione solo di forma ma di sostanza”. Accusa la maggioranza di puntellare ogni intervento sulla giustizia con la forza dei numeri e con un percorso predeterminato. Torna quindi sulla lettera che definisce “sibillina” del magistrato facente funzioni Battaglino, in cui lamenta di non riesce a portare avanti questo compito e sollecita la nomina di un nuovo magistrato dirigente. Poi, ieri sera, i commissari si vedono recapitare una missiva a firma del professore Giovanni Guzzetta, in cui afferma di essere stato contattato dal Segretario Nicola Renzi e dal Presidente della Commissione Giustizia Mimma Zavoli, per chiederne la disponibilità ad assumere l'incarico di magistrato dirigente. Gli viene fatto inoltre presente che i giudici possibili nominandi avrebbero manifestato la propria indisponibilità. “Basta questo – dice - a capire che dopo mesi di battaglie, il rischio è che non ci sia più lo stato di diritto. Da quando – chiede – il Segretario e il presidente della commissione consigliare fanno consultazioni per nomina del magistrato dirigente? Così le commissioni sono esautorate del proprio ruolo” e avverte che il materiale verrà inviato all'attenzione commissione di monitoraggio del consiglio d'Europa.
“Se volete rivolgervi ad enti sovranazionali liberissimi di farlo – risponde Mimma Zavoli - questo non spaventa ma sottolinea la grande condizione di democrazia che vive il paese e che qualcuno di voi sta cercando di sporcare. Non c'è stata nessuna lesione dell'ambito democratico, alcuna forzatura” – chiarisce – ma un'attività conoscitiva rispetto ad una disponibilità. Nessuna decisione è stata presa e non ci sono vincoli affinché avvengano altre candidature. Abbiamo accolto – spiega – la condizione descritta dall'attuale magistrato facente funzioni e rappresentata a tre organi istituzionali. Con il segretario Renzi – ribadisce – ci siamo adoperarti non per gestire una situazione ma rispondere ad un'esigenza precisa ed allarmante. La democrazia deturpata non la vedo”.

Il tema riaccende lo scontro, con Massimo Andrea Ugolini che parla di ingerenza di campo assoluta e inaccettabile. “Come Commissione – dice - non abbiamo dato alcun tipo di mandato per uno scouting”. Per Dalibor Riccardi “questa non è più democrazia” e punta il dito contro Repubblica Futura, definendola “il male di questo paese” e accusando governo e maggioranza di essersi fatti trascinare. “Ha fatto in modo di farvi litigare con tutti, anche con il sindacato. Vi ha cavato la terra da sotto i piedi. Non è questo il metodo con cui le forze riformiste affrontano le cose”.
Roberto Giorgetti però non ci sta. “Difficile sostenere in Aula la riservatezza dei verbali della commissione giustizia – dice - e poi quando fa comodo leggere una lettera indirizzata a Commissione, Segreteria e membri togati”. Si riserva quindi iniziative dal punto di vista istituzionale. Nessuna violazione di legge, poi, riguardo al percorso di nomina del magistrato dirigente. Avviene in seno al consiglio giudiziario plenario, composto da 22 membri di cui 11 togati. “Come si può accusare la maggioranza – chiede - di agire con la forza dei numeri quando conta solo 5 membri? Si vuole sottintendere che di quegli 11 magistrati alcuni sono buoni e altri meno?”.
Torna poi il no alla fusione fra BSM e Carisp. Marianna Bucci presenta un ordine del giorno in cui si chiede la revoca dell'incarico del presidente di Cassa Zanotti valutandone azioni di responsabilità. Nel mirino un percorso nato male, opaco, senza condivisione né trasparenza, con la costituzione di una delegazione ristretta, escludendone i membri nominati dal socio minoritario e dell'opposizione.
Luca Boschi si dice rassegnato. “Nonostante gli appelli al cambio di passo – dice - l'aula non riesce a ragionare da paese, a focalizzarsi sui problemi. Chiediamo la pace – spiega -per fare le cose. Sulla fusione “nessuno ha pensato ad accorpamenti coercitivi. Carisp risponde allo Stato ma Bsm ai propri soci”


MF

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