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OSCE: respinta risoluzione russa contro xenofobia e nazionalismo. Il Titano si astiene

Terminata, in Lussemburgo, la sessione annuale dell'Assemblea Parlamentare dell'OSCE, alla quale ha partecipato anche una delegazione di San Marino.

10 lug 2019

Sembrava una “risoluzione un po' ipocrita”, visto anche il Paese di provenienza; il contenuto appariva “strumentale ad attaccare certe dinamiche che si stanno verificando in alcune ex repubbliche sovietiche”. Così il consigliere Luca Santolini – che ha partecipato ai lavori dell'Assemblea OSCE, insieme al collega Oscar Mina – ha giustificato l'astensione, nella votazione sulla bozza di risoluzione presentata dal deputato russo Artem Turov, in seno alla Commissione per la democrazia e i diritti umani. Decisione che potrebbe apparire piuttosto sorprendente, quella dei rappresentanti del Titano; e non solo per il recente rilancio dei rapporti con Mosca, a seguito della visita di Lavrov. Il titolo del documento, infatti, esprimeva concetti ritenuti scontati nelle nostre democrazie: “Lotta alla xenofobia, al nazionalismo aggressivo e all'intolleranza legata ad esso”. “Ci siamo trovati in difficoltà – spiega Santolini -. Dopo aver letto il titolo eravamo pronti a votare a favore; ma nel testo vi erano parti da stralciare, ed il promuovente si è rifiutato di farlo”. Alcuni parlamentari, ad esempio, avrebbero puntato il dito contro il passaggio nel quale si propone di contrastare la demolizione di monumenti dedicati a coloro “che combatterono il nazismo durante la Seconda Guerra Mondiale”. Santolini ricorda come, in alcuni Paesi, un tempo all'interno dell'Unione Sovietica, il ricordo dell'occupazione dell'Armata Rossa sia ancora una ferita dolorosa. Il documento, inoltre – continua –, era concentrato soprattutto sulla condanna del nazismo, lasciando in secondo piano l'aspetto dell'intolleranza. Ad opporsi fermamente alla risoluzione – respinta a quanto pare con 25 voti contrari, 11 a favore e 13 astenuti –, Stati Uniti, Regno Unito, Ucraina e Lituania. Tutto ciò in un contesto di rinnovate tensioni tra Mosca e Kiev; acuite dal conflitto nell'Ucraina orientale e dai fatti riguardanti la Crimea. L'OSCE, del resto, come altri organismi internazionali, può trasformarsi spesso in una sorta di “ring”, dove si scontrano – anche tramite risoluzioni o altri mezzi - differenti interessi geopolitici. Logica che non apparterrebbe a San Marino; “non ci siamo mai legati – assicura Santolini – a quelle dinamiche di “voto per blocchi” seguite da altri Paesi”.


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