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Una Pa a misura d'Europa: il Congresso chiede la ricognizione delle competenze

23 lug 2007
Palazzo pubblico
Palazzo pubblico
Che San Marino finisca o meno per integrarsi con l’Unione Europea, i limiti del nostro apparato pubblico in un rapporto con gli organismi internazionali in cui sediamo, è ormai evidente. Poche le figure in grado di gestire direttamente le relazioni con gli uffici di Strasburgo, Bruxelles, Vienna ed altro ancora. Di fatto la barriera linguistica, ma anche le diverse metodologie burocratiche, rendono difficile una puntuale e snella operatività con gli interlocutori internazionali.
E’ da questa consapevolezza che prende le mosse la volontà di compiere una ricognizione nelle varie Segreterie di Stato e in tutti gli uffici pubblici, per verificare quali e quante professionalità adeguate ci sono a disposizione e, casomai, procedere ad aggiornamenti quando non a nuove assunzioni.
La decisione è del Congresso di Stato, su richiesta della Segreteria agli Affari esteri, ed entro l’anno dovrà fornire un quadro preciso delle professionalità esistenti, quelle da qualificare e quelle invece da reperire al di fuori della PA. Si aprono così anche nuove opportunità occupazionali per giovani laureati e con la padronanza delle lingue straniere. Giovani preparati e motivati che potranno fornire un valido apporto alle relazioni con la Comunità Europea
Un ulteriore passo di avvicinamento verso Bruxelles di una Repubblica che guarda con attenzione all’Unione Europea e di un governo che ha messo nel proprio programma la consulta per l’Europa, per valutare pro e contro di una maggiore integrazione e che non nasconde la voglia di avviare il percorso per un passaggio da paese terzo a paese membro.
Un tema, quello della Pubblica Amministrazione, che ha impegnato il Congresso di Stato attraverso una relazione del Segretario agli Interni, Valeria Ciavatta, che ha aggiornato i colleghi sull’andamento della riforma.
Mercoledì Governo e sindacati torneranno a riunirsi per continuare a definire la cornice che dovrà ospitare tutte le norme giuridiche in materia. “Una riforma – ha spiegato il Segretario Ciavatta – che coinvolge i dirigenti pubblici, e non consulenti esterni o professori universitari, nella consapevolezza della loro capacità di portare un contributo reale al passaggio tra il vecchio e il nuovo”.

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