Palestina: fa discutere l'astensione sammarinese

Le opposizioni rinnovano le critiche per l'astensione sul riconoscimento della Palestina e contestano il metodo adottato, quella mancata consultazione preventiva dell'aula parlamentare. Anche se in ordinaria amministrazione – rimarcano - sarebbe stato saggio un confronto con i gruppi consiliari: “Non è materia di sola maggioranza”. Luca Santolini, di Civico 10, definisce incomprensibile l'astensione da parte di un Piccolo Stato come San Marino. “Dobbiamo guardare con favore – ha dichiarato – al riconoscimento della Palestina in vista della fine del processo di pace con Israele”. Un'occasione persa, per Paolo Crescentini del Partito Socialista, sceondo cui San Marino ha fallito un importante appuntamento con la storia. Della stessa opinione Marino Riccardi, del PSD, che ritiene San Marino avrebbe potuto dimostrare la disponibilità a favorire il dialogo fra i popoli. Alessandro Rossi, di Sinistra Unita, invita ad un atteggiamento di neutralità attiva, “se vogliamo diventare – dichiara – un luogo di mediazione delle controversie internazionali”. Antonella Mularoni rassicura l'aula: “Non ho tenuto una posizione personale “. Il Segretario agli Esteri uscente fa sapere che sulla questione la pensa diversamente e svela di aver riferito all'Autorità Palestinese che le motivazioni della scelta di San Marino sono state dettate dall'empasse istituzionale in corso, “I rapporti – ha dichiarato – sono molto buoni e qualsiasi tipo di azione sarà capita e apprezzata”. E sulla vicenda arriva un Ordine del Giorno del PSD, presentato dal nuovo Segretario alla Cultura, Giuseppe Maria Morganti. Un documento che auspica il recupero del tempo perduto e un nuovo rapporto con la Palestina. Un invito al Governo che si sta per insediare, per avviare le procedure necessarie per allacciare relazioni diplomatiche con lo Stato Palestinese”. Una richiesta che non mancherà di far discutere nel prossimo Congresso di Stato.

Sergio Barducci

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