In una serata pubblica a Borgo Maggiore, Democrazia cristiana, Nuovo partito socialista, Popolari, Sammarinesi per la Libertà, Alleanza Nazionale e Noi Sammarinersi hanno illustrato il materiale raccolto in questi mesi e portato in Consiglio. Un dossier che raccoglie anche nuova documentazione, in particolare sulla Cogetech.
Spiegate dai rappresentanti della minoranza le ragioni per cui la società non poteva essere partner dello stato dal momento che veniva meno uno dei requisiti richiesti: non avere al suo interno produttori di macchinette, cosa smentita dai documenti.
Altro problema la situazione economica e finanziaria, non delle migliori. La maggioranza ha dettato i requisiti – hanno detto - e poi non li ha mantenuti. Proiettati anche dei filmati: interviste rilasciate dall’amministratore della Cogetech e da Francesco Gatti, membro dell’ente giochi. Spezzoni presi da canali televisivi satellitari che mostrano come la vicenda giochi fosse seguita dall’esterno con attenzione e dovizia di particolari prima che ne fosse a conoscenza il paese.
Questa la base su cui si è sviluppato il dibattito che ha toccato le solite problematiche: dall’opportunità che il nostro paese mantenga questa attività, alle conseguenze sociali che comporta, il connubio politica affari e il peso delle lobby politiche sul nostro sistema democratico.
"Il problema dei giochi – per Popolari e Sammarinesi per la Libertà – parte da lontano e coinvolge più governi". Nel botta e risposta si è parlato anche del ritiro della Cogetech. Di eventuali pressioni oppure di una decisione presa alla luce di valutazioni sulla non opportunità di entrare in società con lo stato. un governo accusato di aver cercato fino all’ultimo di non tenere conto della documentazione prodotta dall’opposizione tanto che una delibera del 16 di aprile include ancora la Cogetech.
Dal pubblico sono state mosse anche alcune critiche alle associazioni di categoria che prima hanno attaccato il casinò per poi candidarsi alla sua gestione. “Lo abbiamo fatto obtorto collo – questa la replica – convinti dagli stessi che poi ci hanno pubblicamente attaccato per averlo fatto”.
Spiegate dai rappresentanti della minoranza le ragioni per cui la società non poteva essere partner dello stato dal momento che veniva meno uno dei requisiti richiesti: non avere al suo interno produttori di macchinette, cosa smentita dai documenti.
Altro problema la situazione economica e finanziaria, non delle migliori. La maggioranza ha dettato i requisiti – hanno detto - e poi non li ha mantenuti. Proiettati anche dei filmati: interviste rilasciate dall’amministratore della Cogetech e da Francesco Gatti, membro dell’ente giochi. Spezzoni presi da canali televisivi satellitari che mostrano come la vicenda giochi fosse seguita dall’esterno con attenzione e dovizia di particolari prima che ne fosse a conoscenza il paese.
Questa la base su cui si è sviluppato il dibattito che ha toccato le solite problematiche: dall’opportunità che il nostro paese mantenga questa attività, alle conseguenze sociali che comporta, il connubio politica affari e il peso delle lobby politiche sul nostro sistema democratico.
"Il problema dei giochi – per Popolari e Sammarinesi per la Libertà – parte da lontano e coinvolge più governi". Nel botta e risposta si è parlato anche del ritiro della Cogetech. Di eventuali pressioni oppure di una decisione presa alla luce di valutazioni sulla non opportunità di entrare in società con lo stato. un governo accusato di aver cercato fino all’ultimo di non tenere conto della documentazione prodotta dall’opposizione tanto che una delibera del 16 di aprile include ancora la Cogetech.
Dal pubblico sono state mosse anche alcune critiche alle associazioni di categoria che prima hanno attaccato il casinò per poi candidarsi alla sua gestione. “Lo abbiamo fatto obtorto collo – questa la replica – convinti dagli stessi che poi ci hanno pubblicamente attaccato per averlo fatto”.
Riproduzione riservata ©