I partiti riconducibili a una matrice socialista tornano tre, come 20 anni fa

I partiti riconducibili a una matrice socialista tornano tre, come 20 anni fa.
Il Partito Socialista Riformista si presenta e scopre il simbolo che ne caratterizzerà l’azione politica. Un garofano sullo sfondo di una delle torri. In autunno l’assemblea costituente dovrà designare i vertici del partito. Finora è stato nominato il solo capogruppo.
Lavori in corso anche tra gli ex. Il Partito dei Socialisti e Democratici si prepara all’assemblea del 24 luglio definendo il documento che ne traccerà le linee d’azione. Ma la curiosità è sulle candidature che stanno prendendo corpo. “Il rinnovamento è deciso e non si torna indietro” per il capogruppo Felici che aggiunge: “Credo che la sinistra riformista sia forte se resta unita. Chi la divide si prende la responsabilità di fermare un percorso che secondo noi è invece vincete”. E per vincere il Psd punta ai giovani per la Segreteria. Un iscritto al Psd successivo all’unificazione, dunque, senza retaggi di appartenenza a una delle correnti che lo compongono.
Al lavoro anche per le altre forze politiche, Dc, Europopolari e Arengo e Libertà riuniscono il gruppo consiliare, mentre Nuovo Partito Socialista informerà l’assemblea degli aderenti sugli ultimi sviluppi, tra cui la nascita del Psr.
I Democratici di Centro hanno intanto incontrato alla Camera dei Deputati di Roma Bruno Tabacci dell’Unione di Centro, vicepresidente della Commissione Bilancio della Camera. A settembre sarà tra i relatori di una conferenza sui temi economici che i DdC organizzeranno per portare proposte concrete alla momento di difficoltà economica.

Giovanna Bartolucci

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