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Patto: no al Governo di unità nazionale

27 mag 2009
Il patto ringrazia ma declina l’invito a un governo di unità nazionale riproposto dai consiglieri Morganti e Rossi. Pasquale Valentini e Mario Venturini lo fanno con due lettere distinte. “A pochi mesi dalle elezioni che hanno legittimato un Governo e una maggioranza non è accettabile che le forze politiche ricomincino a parlare di formule di governo”. Rispondono così i vertici di Pdcs e Ap. Una collaborazione è indispensabile per Valentini e Venturini se rivolta alle scelte del Paese. Il segretario Dc invita maggioranza e opposizione a un confronto sulle risposte di cui il Paese ha bisogno. Per alzare il livello del dibattito politico. Rispetto dei ruoli dunque, ma mettendo all’angolo le polemiche astiose e le reciproche accuse. Venturini sottolinea le opinioni inconciliabili sulle trattative con l’Italia. “Non paga la politica dei pugni sul tavolo: non siamo, come Stato, dice, nelle condizioni di dettare nulla. Ci siamo ammanettati da soli con la procedura rafforzata e l’esclusione dalla white list”. Il Governo cerca di portare a casa quanto di meglio questa fase può consentire. Diversi anche i giudizi su Cassa di Risparmio. Accusando l’opposizione di una difesa del gruppo dirigente che, al di là degli aspetti penali in cui Venturini non entra, ha la responsabilità di aver messo a rischio parte del patrimonio dell’istituto di credito. Il terreno di una collaborazione fra le due coalizioni è dunque lastricato di difficoltà. Su un punto il coordinatore di Ap è d’accordo: il rinnovamento. Il Patto e Riforme e Libertà sono stati entrambi carenti sotto questo profilo, dice Venturini. È stato uno dei motivi della fine del rapporto con il centro sinistra. “Mi è parso di capire che avete cambiato opinione, conclude l’esponente di Ap, potevate darci una mano quando era il momento”. Unica nota polemica che si concede in un messaggio che non nasconde il feeling con i due consiglieri d’opposizione.

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