PD: grandi manovre e possibili scissioni, domani la direzione

Nel Pd il braccio di ferro tra minoranza e maggioranza del partito torna a farsi duro. Dopo l'assemblea di ieri, e 48 ore di tempo per capire se ci sarà la scissione i mediatori sono al lavoro, c'è tempo fino a martedì. Secondo quanto riporta l'agenzia Ansa una riunione, ieri sera, tra Andrea Orlando, Gianni Cuperlo e Cesare Damiano avrebbe sancito la nascita di una nuova area dentro il Pd alla luce della quasi certa scissione con la minoranza. Il ministro Orlando ha lanciato un appello: " Se la mia candidatura impedisse la scissione, sarei già candidato. La scissione rafforza la destra".
"Il problema non è riunire gli ex ds ma coagulare un campo di forze che si riconoscano nella sinistra sociale alll'interno del Pd" ha detto Damiano. 
Sembra profilarsi un nuovo gruppo parlamentare formato dai fuoriusciti del Pd e da quelli di Sinistra italiana, ossia Arturo Scotto e i suoi. E sosterrà il governo, contrariamento a quanto auspicato dal neosegretario di Si Nicola Fratoianni. A dirlo è il governatore della Toscana, Enrico Rossi, tra i fautori della scissione insieme al governatore della Puglia Emiliano e a Roberto Speranza: accusano Renzi di avere scelto la divisione e si apprestano a tirarsi fuori dal percorso congressuale .
"Ci sarà, a quanto mi risulta, un gruppo formato da chi esce dal Pd e  chi esce da Sinistra Italiana, ma sosterrà il governo Gentiloni" ha detto il governatore della Toscana che sta pensando di restituire la tessera, "non ci sono spazi, ci rispetteremo da posizioni diverse".
Ieri Bersani si attendeva una replica del segretario dimissionario del PD, in Assemblea, che non c'è stata.

Valentina Antonioli

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