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Al Pdl brucia il sorpasso a Milano di Pisapia sul sindaco uscente Letizia Moratti

17 mag 2011
“Ci aspettavamo questo risultato, ma ribaltato a nostro favore”, confessa il coordinatore del Pdl Verdini rivendicando, Milano a parte, un «sostanziale pareggio» tra la coalizione di maggioranza e la sinistra.
Il giorno dopo le amministrative i coordinatori del Pdl ostentano sicurezza per la tenuta del governo e puntualizzano che la “partita Milano” è ancora aperta. Anche se, sottolinea La Russa, “non ci vuole un genio” per capire che Berlusconi non sia felice. Nel capoluogo lombardo il presidente del Consiglio aveva sostanzialmente chiesto un referendum sul suo nome, vedendo invece dimezzare le proprie preferenze. Per un punto della situazione, questa sera il premier, che fino ad ora non ha rilasciato commenti, presiederà un vertice del Pdl.
Il problema resta la Lega. Il Pdl sostiene di metter la mano sul fuoco sulla fedeltà del Carroccio. Tuttavia, in tanti a Montecitorio sostengono che Bossi, potrebbe chiedere a Berlusconi una verifica di governo indipendentemente dall’esito dei ballottaggi. Il Senatur è deluso dalla performance milanese non solo della Moratti, per la quale si è personalmente speso, ma anche della lista della Lega.
Mentre Bersani esulta per il risultato del centrosinistra, che ne consolida la posizione all’interno del Pd, Antonio Di Pietro chiede alla sinistra di sostenere a Napoli il suo candidato De Magistris. Ma la vera rivelazione sono i candidati di Beppe Grillo. “Abbiamo messo in crisi la politica”, dice il comico-blogger che non dà indicazioni di voto per il ballottaggio a Milano: come il Terzo polo, che aspetta di vedere i programmi dei candidati.

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