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Politica estera sotto la lente del Patto per San Marino

24 ott 2008
Patto per San Marino
Patto per San Marino
Le bordate nei confronti della gestione della politica estera cominciano dal segretario Tito Masi. “Abbiamo dato la disponibilità a firmare l’accordo di cooperazione con l’ Italia anche il giorno prima delle elezioni – dice l’esponente di Ap – evidentemente non è solo un problema di instabilità politica”.
Quello che preoccupa il Patto per San Marino è il futuro del paese e delle imprese. Bisogna tornare alla “normalizzazione dei rapporti collaborando amministrativamente” prosegue, “ rispetto degli impegni assunti e contrasto delle operazioni illecite che danneggiano la nostra immagine”.
Una perdita di credibilità per Masi che necessita di un cambio della politica estera. sotto tiro il caso Asset e le pressioni esercitate dal segretario agli esteri sui magistrati per la rogatoria internazionale.
“Chi si è reso responsabile di questo atteggiamento non può avere la titolarità degli esteri”. Sulla recente diffida dell’Asset agli organi di Stampa ribadisce “ non opportuna” la riconferma dei vertici letta come una provocazione nei confronti della magistratura e delle autorità italiane. È perplesso anche per il nuovo coinvolgimento nell’inchiesta “Camaleonte”. La “Byrò sotto inchiesta è ancora attiva a San Marino – spiega Masi– con zero dipendenti e soprattutto tra i suoi soci risulta la fiduciaria dell’Asset, San Marino Asset Management che si è chiamata fuori”.
Pasquale Valentini rincara la dose e punta il dito sulla coalizione avversaria che sembra non dare peso a quanto sta succedendo e al segretario alla giustizia che minimizza sulle vicende che vedono sempre più tesi i rapporti tra i due paesi “è necessario un cambio della politica e un cambio di persone, dice, non bastano i convegni sulla criminalità organizzata, bisogna dare concretezza alle esigenze”.
Cita poi due passaggi: la repubblica deve monitorare e intervenire al suo interno e la politica allo stesso tempo deve fare accordi bilaterali in un clima di trasparenza.
Augusto Casali snocciola la situazione: la guardia di finanza al confine costantemente, le imprese strette nella morsa dell’ esterovestizione, il sistema bancario assediato dalle procure italiane. Livelli di rapporto mai così bassi tra i due paesi. Anche l’esponente della Lista delle Libertà ribadisce che il ripristino dei vertici Asset ha creato turbativa, così come l’atteggiamento degli esteri sulle rogatorie.
Circa la diffida dell’istituto di credito replica” sarebbe meglio che i sammarinesi cominciassero a diffidare di certe banche”.
Rinnovamento e nuova politica estera, conferma Casali che intravede una speranza di recupero del rapporto con l’Italia dopo il suo incontro di ieri alla Farnesina con il ministro Frattini.
Chiude Angela Venturini dell’Unione sammarinese dei Moderati. Parla di atteggiamento superficiale degli esponenti di riforme e libertà, e chiede di cambiare pagina, soprattutto sulle voci che vedono rivistogli articoli 1 e 12 dell’accordo di cooperazione.
Chiede di fare chiarezza in un rapporto bilaterale che non veda la sudditanza del nostro Paese. Autorevolezza e credibilità che riforme e libertà non ha saputo esprimere.

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