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La politica in fibrillazione

22 gen 2008
San Marino
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E’ un confronto ancora in corso quello in casa PSD che ha deciso di lasciare aperta la seduta della segreteria politica proseguendo anche in serata nelle valutazioni interne all’azione del governo.
“Nessuna caccia alle streghe -ribadiscono i vertici dei Socialisti e dei Democratici- ma considerato il peso di quel partito nella coalizione e le tensioni interne ampiamente manifestate, quel gruppo consigliare non può certo chiamarsi fuori”.
Non si nasconde il Segretario Andreoli, che riconosce un malessere interno alla sua forza, dichiarando di volersi concentrare a capirne le cause e a ragionare sulla possibilità di ricondurle nell’alveo di una dialettica interna. Lunedì sera è emersa una volontà generalizzata del PSD di incrementare la sua azione politica nel Governo, di affermare con maggior forza le posizioni espresse e dare corpo alle priorità già indicate.
A porre cioè sul tavolo della coalizione, con maggiore determinazione, la propria visione politica.
Intanto il coordinamento di Alleanza Popolare, che già si era espressa in questi termini attraverso il proprio leader, Mario Venturini, rilancia la proposta di andare alle elezioni anticipate. Troppa instabilità dal 2000 ad oggi e troppe volte risolta sul tavolo dei confronti politici. Serve una risposta chiara, forte e decisa, e questa per AP è il ricorso alle elezioni anticipate.
“Il Governo – ha evidenziato il coordinamento – non può continuare ad operare sotto la spada di Damocle dei Franchi Tiratori, non riesce a lavorare con la serenità necessaria e le ripercussioni sono pesanti per il Paese. Dunque andiamo subito al voto”.
Venturini e gli altri dirigenti di AP porteranno questa proposta al primo incontro di maggioranza, che si terrà nei prossimi giorni. Una volontà che dovrà essere valutata anche dalle altre forze politiche. Siamo aperti al confronto con i nostri alleati – assicura Venturini – la soluzione che ne uscirà dovrà essere ricercata tutti insiemi e dovrà essere assolutamente condivisa. Noi – aggiunge – siamo per il ricorso alle urne, discuteremo con le delegazioni della coalizione e decideremo insieme il da farsi.
Intanto una grossa novità, del resto annunciata, si profila per Popolari e Alleanza Nazionale.
I tempi sono maturi per pensare ad una lista unica, una forza che sappia coagulare le posizioni delle due forze per rispondere appieno ai dettami della nuova legge elettorale e favorire quella coalizione di centro che possa costruire l’alternativa alla attuale maggioranza.
Il giudizio di Popolari e AN sull’attuale governo è severo, “un Governo – dichiarano – che non ha i numeri e tanto meno la capacità politica di affrontare le grandi emergenze del Paese”.
Una maggioranza dilaniata da contraddizioni congenite e conflitti interni mai risolti ma sempre rappezzati – aggiungono – nell’obiettivo superiore della poltrona.
L’azione comune di An e Popolari si prepara al varo di una lista più forte, della quale è già allo studio il simbolo e il nome che sappiano sintetizzare – annunciano – motivazioni e obiettivi. Nel frattempo i due partiti cercano casa, per lavorare congiuntamente in una sede comune.

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