Politica italiana: continua a tenere banco il "caso Ruby"

La principale novità della giornata viene dal fronte delle indagini. Il procuratore aggiunto di Milano Ilda Boccassini, infatti, ha sentito come testimone l’ex questore Vincenzo Indolfi per far luce su quanto accaduto negli uffici di via Fatebenefratelli nella notte tra il 27 e il 28 maggior scorsi, quando Ruby venne trattenuta e poi affidata al consigliere regionale Nicole Minetti. Massima attenzione sui contenuti della telefonata da Palazzo Chigi. Nulla trapela, comunque, dalla Procura sui contenuti della testimonianza. Continuano invece a getto continuo le reazioni dei politici. “Il premier è ai titoli di coda, deve dimettersi subito”, dice Walter Veltroni, che invoca un governo tecnico sul modello di quello di Ciampi. Il ministro degli esteri Frattini – replicando in un qualche modo alle dichiarazioni di Fini – afferma che alle cancellerie non interessa il caso Ruby: “sono preoccupate solo per la stabilità italiana”. “Il fango gettato sul premier non è che un autogol del partito dell’odio”, sostiene il ministro Gelmini. Il leader dell’Api Rutelli si dice preoccupato per i comportamenti di Berlusconi. Di Pietro chiede invece al presidente della Camera di essere coerente ed appoggiare l’eventuale mozione di sfiducia che verrà presentata dall’IdV.

Gianmarco Morosini

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