La politica italiana. Iniziano le votazioni degli emendamenti sulla riforma del lavoro

La politica italiana. Iniziano le votazioni degli emendamenti sulla riforma del lavoro.
Due settimane: tanto servirà ad Enrico Bondi per presentare i tagli alla spesa pubblica che scongiurino l’aumento dell’Iva. Il superconsulente di Monti, reso famoso dal salvataggio di Parmalat, è già al lavoro per ridurre gli sprechi dei ministeri, ma non quelli di Parlamento e Quirinale.
Dopo il duello con il Pdl sull’Ici, Monti incassa l’intesa di Berlino sulle politiche anticrisi, e invita gli italiani a segnalare gli sprechi su internet. Il premier punta molto sull’azione di Bondi. Ma la sua nomina non viene digerita bene dalla maggioranza. “Confesso di non comprenderne il senso”, sostiene dal Pd Fassina, mentre Di Pietro sente nei nuovi tecnici “sapore di manfrina”.
Intanto in Senato, dove partono in sordina le votazioni degli emendamenti sulla riforma del lavoro in vista delle amministrative del weekend, le fibrillazioni della maggioranza fanno i primi danni. Il governo va sotto con i voti di Pdl e Lega sulle pensioni dei manager pubblici, e il fisco fa litigare Alfano e Bersani. Il segretario del Pdl rilancia la necessità della compensazione dei crediti tra lo Stato e le aziende, ma il leader dei democratici lo gela: “stia zitto un giro”, sbotta. Annunciando il voto favorevole sul fiscal compact “a patto che ci siano anche misure per la crescita”, Bersani auspica che una patrimoniale affianchi l’Imu, il cui peso giudica “micidiale”.
E sull’Imu infiamma la polemica con la Lega, che con Maroni incita i comuni alla disobbedienza fiscale. “I sindaci ricordino che portano il tricolore e lavorano per il Paese”, puntualizza il ministro dell’Interno Cancellieri. Ma la tensione resta alta.

Da Roma Francesco Bongarrà

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