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Politica italiana. Sulla Tav le Istituzioni tengono duro, ma la protesta non si ferma

5 mar 2012
Politica italiana. Sulla Tav le Istituzioni tengono duro, ma la protesta non si ferma
Politica italiana. Sulla Tav le Istituzioni tengono duro, ma la protesta non si ferma
Alla vigilia della visita a Torino del presidente Napolitano, cui i sindaci della Val Susa hanno chiesto un incontro caldeggiato anche dalla sinistra radicale, il governo non arretra sul corridoio ferroviario veloce. Ricevendo il presidente della Regione Piemonte, Monti mette sul piatto 20 milioni di euro per “opere compensative”. Ma i valligiani non ci stanno e continuano la lotta. “Fanno una protesta anacronistica”, sostiene il presidente del Senato Schifani, che plaude alla decisione del governo e accoglie con soddisfazione l’accordo di massima tra le forze politiche per una riforma della Costituzione. “Il Parlamento è pronto alla sfida”, annuncia Schifani anche se la Lega critica la bozza di riforma, che per il Pd potrebbe essere approvata dalle Camere già entro l’estate. “Poco coraggiosa” per il Carroccio la soluzione su cui ci sarebbe l’accordo, a partire dal taglio del 20% del numero di parlamentari. E dopo Genova, Bersani perde le primarie anche a Palermo, scatenando una resa dei conti nel Pd non solo nel capoluogo siciliano ma anche a livello nazionale. Fabrizio Ferrandelli, sostenuto da parte dei democratici e da diverse associazioni, batte Rita Borsellino, appoggiata da Bersani oltre che da Di Pietro e dalla sinistra radicale. “L'alleanza solo con Sel e Idv non basta, è un accordo del passato”, dice Enrico Letta, secondo cui gli elettori del Pd chiedono più moderazione. E Veltroni ed i suoi mettono Bersani nel mirino chiedendo una riunione urgente della direzione.

Da Roma Francesco Bongarrà

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