Logo San Marino RTV

Politica e magistratura: i commenti di AP e Gruppo Federativo

24 ott 2005
'Le ragioni per iscrivere un comma d’urgenza non ci sono, sarebbe giustificato farlo nel caso ci fossero espressioni diverse e fosse in atto un conflitto istituzionale. Sulla questione siamo tutti d’accordo che tocchi esclusivamente al Consiglio Giudiziario occuparsene, la richiesta ci pare infondata'. Così il Governo replica a chi chiede di inserire nell’ordine del giorno del Consiglio Grande e Generale un comma specifico per discutere, con carattere d’urgenza, sulla riunione con il magistrato dirigente della settimana scorsa. I Segretari di Stato Berardi, Mularoni e Felici, presenti a quella riunione, si dichiarano stupiti per il clamore sollevato per quella che viene definita una comune riunione di lavoro, tenuta a Palazzo Begni, dunque senza alcuna ombra di segretezza, e chiusa, tantopiù, con una unanimità di visione e di intenti. Una riunione ordinaria, in preparazione di quella del giorno dopo della Commissione Giustizia e del Consiglio Giudiziario del 25 novembre prossimo. 'Nessuno – spiegano i tre esponenti dell’esecutivo – ha chiesto la sollevazione dall’incarico di un giudice che ha la più alta stima da parte di tutti e nessuna divergenza con il dirigente del tribunale e tanto meno tra esponenti del Governo. Abbiamo ben presente la separazione dei poteri e sarebbe inaccettabile da parte di chiunque – aggiungono i tre Segretari di Stato – voler forzare quei principi fissati con determinazione”. In quanto alla riunione Berardi, Mularoni e Felici confermano: 'c’è stata ed ha consentito di parlare anche di organizzazione dell’amministrazione della giustizia, ma senza entrare nel merito dei compiti dell’uno o dell’altro magistrato. Tutti concordi – ribadiscono – che tocchi solo ed esclusivamente al Consiglio Giudiziario togato prendere qualunque decisione in merito. Non abbiamo assistito a pressioni o situazioni sconvenienti, a meno che – affermano – si voglia dire che la politica non deve avere un dialogo con la magistratura, pur nel pieno rispetto delle relative autonomie. Capiamo il momento – aggiungono Berardi, Felici e Mularoni – e la volontà di creare sempre il caso politico, ma c’è un limite a tutto. Non si può speculare su certe questioni”.
Fortemente critico resta invece il Capogruppo di Alleanza Popolare, Tito Masi che definisce le argomentazioni del Congresso di Stato il tentativo di giustificare ciò che non può trovare giustificazione. 'Queste – dichiara - non fanno altro che peggiorare la posizione del governo e dei suoi esponenti. Come si può definire ordinaria, si chiede Masi, una riunione fra i tre segretari di Stato e i due capigruppo di maggioranza con il magistrato dirigente per parlare di problemi della giustizia? Sarebbe un qualcosa di non previsto da alcuna norma e contraddirebbe apertamente lo spirito dell’ordinamento giudiziario e il principio della separazione dei poteri.
Il tentativo di spacciare l’incontro come una pre-riunione della commissione per gli affari di giustizia – aggiunge - è ridicolo e risibile. Se così fosse – afferma Masi - sarebbero stati esautorati non solo i membri di opposizione della commissione ma anche gli altri membri della maggioranza e soprattutto il presidente della stessa commissione Alberto Cecchetti. E in questo caso – conclude - cosa centravano il Segretario alle Finanze e quello all’Industria?'
Un tema sul quale interviene anche il Gruppo Federativo Socialista che parla di ingerenza inaccettabile della politica nelle vicende del tribunale e concorda con chi ha chiesto di inserire d’urgenza un apposito comma per prevedere un dibattito nella prossima sessione consiliare.

Riproduzione riservata ©