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Politica in piazza a Dogana

14 ago 2008
Politica in piazza a Dogana
I relatori del dibattito su “Tutto cambia: perché niente cambia?” sono proprio i protagonisti della politica passata, presente e futura. Il dibattito si infiamma quando tocca il recente passato: l’abbandono della maggioranza da parte di Alleanza Popolare. Mario Venturini non esita a ricordare lo strappo per la richiesta dei vertici Psd di mettere nella legge obiettivo residenze fiscali, cemento e sale da gioco. “ Da Stolfi, De Biagi e Andreoli”, ricorda l’esponente di Ap. La replica arriva da Giuseppe Morganti. “ la legge approdata in Consiglio va in tutt’ altra direzione. La linea ufficiale del Psd - dice – non è mai stata dominata da residenze e casinò”. “ lo so che noi ex Pdd siete più vicini a Noi – chiosa Venturini – ma nel partito contate poco. Il problema del Ps è che non rispetta il programma di governo”. La sintesi arriva negli interventi successivi. Alessandro Rossi di Sinistra Unita richiama la responsabilità non solo della classe politica nel proporre programmi attraenti e volti nuovi, ma anche quella dei cittadini nel votare la parte sana che si presenta, senza la scusante delle preferenze del voto estero. Marco Arzilli di Noi Sammarinesi chiede una nuova classe politica, scelta da uomini liberi da legacci e clientelismo. “ vincerà – dice – chi metterà in campo il rinnovamento, mettendo da parte le vecchie politiche”. Chi è invece sicuro di vincere e Gabriele Gatti. Non nasconde che sarà la sua coalizione la principale favorita a novembre, “con un programma – anticipa – che non parlerà di residenze e casinò”. In fondo il partito di maggioranza relativa alle ultime elezioni era la Dc, prima di perdere pezzi per le sirene del Psd. Nella serata trova spazio anche Pietro Berti, fuoriuscito da Alleanza Nazionale. “ non condividevo il metodo del mio partito – dice – lontano dalla gente e arroccato nei personalismi”. Non anticipa dove confluirà ma non si scappa dall’ area cristiano – democratica. Presente anche Giorgio Chiaruzzi, presidente del Forum dei Giovani. A nome dei suoi aderenti chiede un rinnovamento di qualità della politica, basato sulla meritocrazia che non significa arroganza e arrivismo.

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