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Porte chiuse sull'acquisizione di risorse. Sul prestito ponte, Rete: "sia ad un tasso di interesse contenuto e non per la spesa corrente"

di Monica Fabbri
3 dic 2020

Riunita in seduta segreta la Commissione Finanze, convocata d'urgenza per il riferimento del Segretario Marco Gatti, su uno dei temi più caldi: l'acquisizione di risorse mediante finanziamenti nazionali o internazionali o l'emissione di titoli del debito pubblico. Questione su cui vige il massimo riserbo. Nelle ultime settimane le opposizioni hanno attaccato il Governo sulla liquidità, parlando di difficoltà nel collocare i Titoli, “strada che San Marino deve perseguire con decisione – ha ribadito Gatti dopo la Commissione di metà novembre - ma non a qualunque condizione. Una partita rinviata a quando i mercati saranno più favorevoli. 

Nel frattempo si è parlato del prestito ponte da 150 milioni per sostenere bilancio ed economia. Critiche della minoranza anche ieri in Consiglio, durante la prima lettura del Bilancio di Previsione, mentre oggi Rete parla di pesante eredità aggravata dal Covid. Fa il conto delle perdite: “si tratta di far fronte – scrive – ad un buco di almeno 1.454 milioni”. Definisce il Bilancio 2021 una sfida per l'intero paese. Importante è che il “prestito ponte” sia concordato ad un tasso di interesse contenuto e che non sia utilizzato per la spesa corrente, in quanto va restituito tra un anno. Fondamentale, inoltre, un rigore selettivo nella spesa da parte delle Segreterie di Stato, affiancato – spiega - da un piano organico di riforme e di interventi strutturali che favoriscano la ripresa dell’economia e mettano in sicurezza il Paese.


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