TERRITORIO

PRG, Michelotti: "Interrare un tratto di superstrada per ricucire Dogana"

Il Segretario al Territorio svela novità del nuovo PRG che verrà illustrato a settembre e portato il mese successivo in prima lettura

Si lavora alle ultime rifiniture del PRG per portarlo in prima lettura ad ottobre. Il Segretario al Territorio detta i tempi, crisi di Governo permettendo. E se c'è chi, come Stefano Canti della Dc, lamenta il mancato confronto con politica ed ordini professionali, Michelotti assicura incontri a settembre con partiti, associazioni e cittadini.

Ma cosa dobbiamo aspettarci dal nuovo piano regolatore? Non sarà un “piano di fabbricazione” e stravolgerà – assicura il Segretario - tutti i principi del passato. Sono stati introdotti concetti nuovi come il fattore geologico. Nei lotti più a rischio non si potrà costruire e l'eventuale diritto di edificabilità verrà spostato ad altri terreni tramite permuta. “Abbiamo creato – spiega Michelotti - aree di riserva edificabili”. La riqualificazione delle aree urbane – aggiunge - verrà modificata completamente. Quelle soggette a ristrutturazione – che prima venivano regolamentate da piani particolareggiati – vedranno perimetri specifici con apposite schede prescrittive. “Avranno cioè un'impostazione di base – precisa - con disegni e indicazioni su cosa e quanto si potrà fare”. Si privilegerà il lavoro sui centri urbani mentre al di fuori - promette il Segretario - la nuova edificazione sarà molto contenuta. Grande attenzione, poi, ai piccoli nuclei storici sparsi sul territorio. Nel tempo si sono trasformati e pur mantenendo caratteristiche morfologiche antiche hanno visto vecchi edifici sostituiti con nuovi. Si lavora affinché mantengano la loro identità  "per non disperderne il valore”. È la valenza culturale del piano regolatore, che si affianca alle modifiche tecniche.

E nella rosa degli interventi troviamo quelli sulla viabilità, con un progetto, in particolare, su cui il Segretario punta: l'interramento della superstrada dal confine fino a Ponte Mellini per "ricucire" il centro abitato. “Dogana – spiega - è divisa in due e vogliamo farla diventare un'unica città con piazze, giardini, fontane e strade solo per il traffico interno". “Centinaia gli esempi di città che hanno fatto questa scelta” e non si fa intimorire dai costi, “sono alti” – ammette - ma la rendita in termini di vivibilità, ripaga.

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