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Primo incontro tra Europopolari, Democratici di Centro e Nuovi Socialisti

9 ott 2007
Un immagine dell'incontro
Un immagine dell'incontro
Tutto parte da una comune visione da una lettura univoca di uno stato di malessere generalizzato della politica e di una condizione che reputano di crisi della coalizione di maggioranza.
Democratici di Centro, Europopolari e Nuovo Partito Socialista si siedono per la prima volta allo stesso tavolo per ragionare sulle prospettive del Paese, sulle dinamiche della nuova legge elettorale, sui problemi in attesa di soluzioni.
Non si tratta della nascita di un nuovo polo – ci tengono a spiegare i protagonisti – ma semplicemente della volontà di mettere insieme un progetto, di avviare un percorso, di attivare un ragionamento. L’intento è quello di verificare le convergenze, ed è ciò che faranno a partire da domani, la valutazione delle reali condivisioni e dei punti di confluenza. Poi – chiariscono – si vedrà. La situazione politica è a loro giudizio alle corde, la maggioranza mostra evidenti segni di cedimento, l’opinione pubblica dimostra la propria insofferenza, come testimonia l’alto numero di istanze d’arengo presentate alla Reggenza. E’ un atto di diffidenza verso la politica in generale, la sua credibilità. Visioni comuni anche sull’ipotesi di allargamento della maggioranza.
“Abbiamo rimarcato con forza la volontà di fornire il nostro contributo costruttivo – afferma il coordinatore dei Democratici di Centro, Giovanni Lonfernini - ma solo se subordinato ad un chiaro progetto politico di prospettiva e non alla ricerca di qualche “puntello” teso solo a mantenere in piedi una situazione già precaria”.
Lo stesso dichiarano gli Europopolari. “Saremo disposti ad entrare – commenta Gianmarco Marcucci - solo in soluzioni che ipotizzino prospettive nuove per il Paese e per la politica, progetti concreti. O si creano le condizioni per un nuovo governo – dichiara - o non ci saremo”. “Non avrebbe senso – gli fa eco Augusto Casali, Segretario del Nuovo Partito Socialista – dare ossigeno a questa coalizione, si prolungherebbe solamente la sua agonia senza portare un contributo fattivo alla soluzione dei problemi”.
Alla domanda con chi intenderanno aprire il dialogo, la risposta dei tre esponenti è cauta. "Prima – affermano – dobbiamo verificare le nostre convergenze e su questo siamo impegnati, poi si discuterà con chi condividerle. Una cosa è certa – aggiungono – il nostro è un progetto di prospettiva, incentrato sui contenuti e non di corto respiro. Guardiamo lontano – concludono – senza trascurare i dettami della nuova legge elettorale e la necessità di costituire coalizioni credibili fondate su progetti seri".

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