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Progetto di legge sul "giusto processo": Foschi ci riprova

28 apr 2008
Palazzo Pubblico
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Il Segretario di Stato alla Giustizia Ivan Foschi ci riprova, e si prepara a ripresentare al voto dell’Assemblea Consigliare, il progetto di legge sul cosiddetto “giusto processo”, costato alla maggioranza la crisi di Governo nel novembre scorso. Un testo modellato sul precedente, che ne rispecchia i principi ispiratori, seppure con l’introduzione di alcune modifiche, concordate tra le forze di maggioranza. Riaffermati i criteri della trasparenza, fissate le fasi della segretezza dell’indagine, limitandola però ad un massimo di sei mesi, eventualmente prorogabili di altri 3, ma con l’obbligo poi di comunicare all’interessato che un’inchiesta è aperta a suo carico. Si riducono anche i tempi massimi di un’indagine preliminare, così come si prevede la possibilità di opporsi all’eventuale archiviazione e di consentire un supplemento d’indagine. Infine la pubblicità delle sentenze, fatti salvi alcuni doverosi casi di rispetto della privacy e le sanzioni per chi viola il segreto istruttorio. Foschi ha presentato la bozza al Congresso di Stato e presto partirà il suo iter di discussione. Altro intervento legislativo che si prepara ad avviare il percorso di adozione è quello per la lotta al riciclaggio e il contrasto al finanziamento del terrorismo. Il Moneyval aveva già evidenziato la necessità per il Titano di adeguare la propria normativa, sollecitazioni più volte pervenute in Repubblica anche nel passato, ed ora la legge è pronta all’esame del Consiglio Grande e Generale. Già attivati alcuni confronti con le associazioni di categoria e il mondo bancario, entro giugno si prevede la conclusione dell’iter parlamentare. Non manca il Congresso di Stato di replicare alle osservazioni e le critiche sulla scelta di affidare ad una società il compito di rendere più efficace la comunicazione dello Stato e valorizzare l’immagine della Repubblica. “Dov’è lo scandalo – si chiede l’esecutivo – se tale iniziativa era già prevista nel programma di Governo, se l’esigenza da cui è nata è reale e condivisa, per tutelare il prestigio della Repubblica anche sul piano della comunicazione”.
In altri punti, contenuti in una nota ufficiale, il Congresso di Stato chiarisce i passaggi e ribadisce la "trasparenza della scelta che – aggiunge – non è irreversibile e durerà fino al 31 dicembre, per consentire tutte le valutazioni del caso prima di procedere, eventualmente, ad un rinnovo”. Ufficializzate, infine, le vincitrici delle 4 borse di studio per le discipline giuridiche, deserte le altre borse in materie finanziarie e per l’informazione; verrà riproposto un bando a breve. Deciso, inoltre, il finanziamento di 44mila e 500 euro per le Giunte di Castello, per iniziative e gemellaggio e dato disposizioni per elaborare un progetto di legge che tuteli lo stemma ufficiale della Repubblica, prevedendo normative chiare sul suo utilizzo e sanzioni per un uso improprio.

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