Il Psd lancia l'appello ad un Governo di Unità Nazionale per "mettere al sicuro ciò che resta"

In un deja vu Gerardo Giovagnoli torna a lanciare, come nel 2016, la Grosse Koalition. Lo fa da segretario di un partito ridimensionato ma che “vuole continuare a proporre”. L'unità nazionale una vocazione per una forza che “in un panorama politico di scissioni nasce da fusioni”. No a stampelle o salvagenti ad un Governo “a corto di idee ed ossigeno” - precisano i vertici - ma l'ultimo appello per “mettere al sicuro ciò che resta”, dato che con le elezioni – avverte Matteo Rossi - "si andrebbe oltre alla dead line della sopravvivenza”. Che lo si chiami unità nazionale o Governo di scopo poco importa, l'obiettivo è rispondere all'emergenza con un progetto, oltre le schermaglie fra partiti, “con un altro esecutivo e il coinvolgimento di tutta l'opposizione”.

Le condizioni passano da un piano più alto dei rapporti con l'Italia e da una riforma istituzionale “che rappresenti maggiormente il paese, tema – dice Andrea Belluzzi – condiviso dall'opposizione e da parte della maggioranza. Non bastano 33 voti. Servono gambe più forti”. “È nel confronto fra maggioranza ed opposizione su un Governo di Unità Nazionale – spiega Giovagnoli - il momento in cui ci si può domandare quali regole del gioco possono essere cambiate. Fare un periodo di transizione per il salvataggio del paese e poi tornare alla politica normale ma con regole rinnovate”.

Guardando agli ultimi due anni, per il Psd non si può più negare il rapporto patologico fra Confuorti e Banca Centrale. Elena Tonnini quando parlò di cospirazione “fu denunciata e non protetta dalle istituzioni”. Alla luce delle conferme nelle ordinanze – chiede Giovagnoli – non è il caso di riconoscerle tutela legale?” Mentre si allontana l'ipotesi salvataggio da parte del Fondo Monetario, il Psd si aspetta trasparenza sul percorso di associazione con l'Unione Europea. Al parlamento Europeo chiede chiarezza sulle tempistiche, che le parti più importanti dell'accordo siano da subito esecutive e un meccanismo facilitato delle pratiche di finanziamento per gli investimenti infrastrutturali congiunti con l'Italia, di tipo viario o digitale.

Nel frattempo anche il Partito Socialista guarda ad un Governo di emergenza limitato nel tempo, oppure – scrive- “si vada alle elezioni”. Invoca un nuovo esecutivo che risponda all'appello delle forze sociali ed economiche, in grado di offrire formule anche inedite di collaborazione. Il Ps si dice disponibile a patto di una radicale discontinuità con l'attuale gestione. Pochi punti, quindi, per mettere in sicurezza il paese cercando in parallelo convergenze in Consiglio a partire dalla prossima Reggenza. Se di fronte all'emergenza dovesse prevalere il teatrino della politica – conclude – la via maestra rimane il voto anticipato.

MF

Nel video l'intervista al Segretario del Psd, Gerardo Giovagnoli

I più letti della settimana:

Questo sito fa uso di cookie, anche di terze parti, necessari al funzionamento e utili alle finalità illustrate nella privacy e cookie policy.
Per maggiori dettagli o negare il consenso a tutti o alcuni cookie consulta la nostra privacy & cookie policy