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Il Psd: non siamo noi a ostacolare il cammino di trasparenza. Gli accordi in Consiglio

1 set 2009
I Vertici del primo partito di opposizione fanno leva su due aspetti: Tremonti ha messo sotto accusa il benessere di San Marino e indirettamente la sua sovranità. I dati snocciolati al Meeting sono la fotografia del Paese, che poco ha a che fare con gli episodi illegali. Per esempio le residenze: I governi non ne hanno mai fatto elemento di sviluppo, così come gli autonoleggi, un regolamento del precedente esecutivo tutelava le amministrazioni locali italiane. Eppure sono elementi di accusa ma “I mancati controlli dell’ Italia non si possono far ricadere su San Marino”, dicono Giovagnoli, Bronzetti e Felici che lamentano il mancato scatto di orgoglio da parte sammarinese. Cosa c’è sull’ altro piatto della bilancia, a nostro favore? – si domanda il Psd. Ecco perché è necessario un fronte comune in questa fase – ed è questo l’ altro elemento- Portare in Consiglio Grande e Generale gli accordi e dare una risposta politica forte.
Il PSd accusa di schizofrenia il governo, che ha iniziato dando contro al precedente esecutivo, per poi ammettere che c’è un problema politico con l’ Italia dopo le incursioni della guardia di finanza e ha finito per rimpallare le responsabilità. Solo per non dichiarare fallimento. “ Se la strategia del congresso era quella di utilizzare gli accordi per passare gli esami di settembre di MOneyvall e Ocse, è il caso che cambi strategia". Il Capogruppo Felici si dice deluso del comportamento del segretario Mularoni “ per le bugie che ci ha raccontato”. “Se Tremonti vuole misurare il nostro stato con l’ unità di misura italiana – conclude il Partito - noi non ci stiamo” e chiede un canale con L’ unione Europea per il rispetto del ruolo dei piccoli stati.

Giovanna Bartolucci

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