PSD e Sinistra Unita ai ferri corti

Si rompono i piatti, a sinistra, dopo la decisione del PSD di condividere la proposta politica della Democrazia Cristiana. Sinistra Unita prende atto e non manca di manifestare la sua disapprovazione accusandolo di avere sconfessato il progetto di riunione della sinistra sotto un’unica lista, sbarrando la strada ad un futuro partito unico. L'obiettivo resta prioritario, per Sinistra Unita, che conferma l'intenzione di lavorare per l’aggregazione “in un progetto – scrive - chiaro, forte e non subalterno alle paure o alle logiche della vecchia politica”. Insomma lo strappo è consumato e la ricucitura appare piuttosto improbabile. “È inconcepibile – tuona il Consiglio Direttivo di Sinistra Unita - accettare la linea della conservazione, dei colpi di spugna, dei favoritismi: queste persone non saranno mai di sinistra né socialiste!”. Confermata la forte contrarietà ad una coalizione che poggia sull'asse DC/Partito Socialista, SU rilancia con determinazione l'alleanza con Civico 10 e incarica i suoi vertici di rafforzare la collaborazione con Repubblica Futura, giudicando positivo e costruttivo il rapporto con LabDem. “L’approfondimento e la costruzione di una coalizione – afferma il Consiglio Direttivo - è ovviamente aperto a quelle forze politiche, movimenti e persone che credono in un progetto chiaro, coraggioso e strutturato per dare risposte altrettanto chiare al Paese”. Da Sinistra Unita parte poi un appello a chi si riconosce nella grande “casa” della sinistra sammarinese e nel progetto di SSD. Appello raccolto da cinque esponenti del PSD, Enrico Carattoni, Giuseppe Maria Morganti, Michele Muratori, Vladimiro Selva e Guerrino Zanotti, che fanno sapere di non aver condiviso la scelta della maggioranza del loro partito. “la logica che aveva portato alla collaborazione di governo nel 2012 – scrivono – poggiava sulla priorità dell'uscita del Paese dall’isolamento internazionale. Così è avvenuto – aggiungono - e, sebbene convinti che ancora tanto ci sia da fare, è oggi necessario registrare nuove convergenze rispetto ai problemi, altrettanto gravi, che si sono manifestati successivamente”. Rimarcano le distanze politiche con la DC, ad esempio sul tema delle banche, della governance di Banca Centrale e su crediti non performanti, sui quali invece si erano registrate convergenze al tavolo del confronto con SSD. “Riteniamo dannoso per il Paese – scrivono - il costituirsi di una coalizione basata su alleanze sterili come quella proposta dal Pdcs” e annunciano l'intenzione di continuare a sostenere il progetto di una lista unitaria della sinistra, in coerenza con il percorso con Sinistra Unita e LabDem. Al Segretario dimissionario, Marina Lazzarini, esprimono tutta la stima e l'apprezzamento. Non escono, al momento, dal loro partito, pare, ma aspettano di verificare le mosse del gruppo di maggioranza. La resa dei conti però sembra piuttosto vicina.
SB

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