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Psd: strappo tra il “gruppo dei ribelli” e la Segreteria di partito

20 dic 2007
Psd
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Dialogo aperto in casa Psd tra la nuova Segreteria e i consiglieri Alberto Cecchetti, Fabio Berardi, Denise Bronzetti, Nadia Ottaviani e Roberto Raschi, il cosiddetto “gruppo dei ribelli”. Si cerca di ricucire uno strappo, una tensione manifestatasi nella fase di formazione del nuovo governo e accentuata durante il Congresso politico dove i 5 avevano dimostrato di non gradire un passaggio dell’intervento di Claudio Felici. “Un tentativo di superare le contrapposizioni, una apertura”, aveva affermato il capogruppo il giorno dopo, ma l’interpretazione dei diretti interessati è diversa. Ne hanno parlato con il Segretario, Paride Andreoli e il Presidente, Patrizia Busignani, in un colloquio voluto per affrontare le divergenze politiche. Un confronto utile – lo definisce il Segretario – svolto in un clima di serenità. Un incontro interlocutorio, lo ritengono i 5 consiglieri, al quale ne faranno seguito altri già dai primi giorni dell’anno. Quello che contestano è che qualcuno li abbia indicati come i fautori di un terzo polo, pronti a lasciare il Psd. Non è assolutamente nostra intenzione uscire dal partito, dichiarano in una nota in cui precisano che fin dal percorso di unificazione hanno ricercato sempre il consolidamento dell’unità politica e strategica del Partito dei Socialisti e dei Democratici. Chi diffonde certe voci – affermano – lo fa rispondendo ai vecchi metodi della disinformazione e della strumentalizzazione, per meschini interessi di parte che alimentano deleterie confusioni ed incertezze nell’opinione pubblica. Il nostro confronto politico – aggiungono – è assolutamente costruttivo e deve rimanere nell’ambito della necessaria dialettica interna. Intendono garantire una vera svolta riformista e la modernizzazione del paese e in questa chiave va letto il contributo portato al documento politico e alla mozione conclusiva del Congresso. Per affermare l’interpretazione della linea del Psd dell’alternanza democratica, intesa come coalizione di centro sinistra aperta a tutti, senza preclusioni ideologiche e con visioni moderate e liberali. Andreoli si definisce ottimista e convinto che il partito lavorerà unito per raggiungere quegli obiettivi indicati dal Congresso, in un progetto comune e nell’impegno del partito di maggioranza relativa a garantire la necessaria stabilità politica.

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