Psrs chiede unità per uscire da impasse politica e economica

Psrs chiede unità per uscire da impasse politica e economica.
Lo sconforto di chi, donna, perde il lavoro a 50 anni, senza prospettive di ricollocazione; o quello di tanti disoccupati, da mesi senza stipendio; l’urgenza di nuove tutele, con occhio particolare ai frontalieri; ma anche la contrapposizione fra chi ancora il lavoro ce l’ha, dipendenti pubblici e privati.
Parla la cittadinanza e, insieme, sindacati, categorie economiche, movimenti ragionano sulle soluzioni, partendo dalla riforma del mercato del lavoro. Il nodo da sciogliere è ancora la black-list, dunque, i rapporti con l’Italia. “Per effetto del decreto incentivi, 546 aziende hanno chiuso, non 334” – così Barbara Reffi del Mics corregge in negativo i dati dell’ufficio statistica. E un imprenditore italiano puntualizza: “La black-list chiude gli spazi. Per creare occupazione servono le imprese e le imprese lavorano soprattutto con l’Italia. Urgente la normalizzazione dei rapporti. Firma con l’Italia, dunque, che per il Psrs “è una chimera”. Le responsabilità – è stato detto - non sono solo di una classe politica, ma di tutti, con l’invito a riflettere su che cosa davvero si sia fatto per ottenere la trasparenza del sistema.
Emergenza, ma anche spiragli per Pio Ugolini dell’Unas, che sottolinea la richiesta di 34 nuove licenze, dunque, una nuova spinta all’imprenditoria.
Tira le somme il Psrs affidando un compito alla politica: “Trovare da subito la massima condivisione negli schieramenti, per uscire dall’immobilismo”.

Annamaria Sirotti

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