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Le reazioni del mondo politico dopo l'esclusione dalla white list

21 ago 2008
Le reazioni del mondo politico dopo l'esclusione dalla white list
E’ un giudizio duro quello di Pasquale Valentini sul mancato inserimento di San Marino nella white list, l’elenco dei paesi cosiddetti “collaborativi”. “La questione – afferma – è grave e si inserisce in una situazione già compromessa”. Il segretario democristiano punta il dito sulla politica estera, “sull’incapacità – sostiene – di mantenere rapporti fra i due Paesi improntati alla fiducia reciproca e di far emergere necessità e volontà della Repubblica. Il rischio è quello che il sistema economico sammarinese subisca ulteriori penalizzazioni”. “Il segretario Macina – aggiunge Valentini – parla di una situazione temporanea ma dovrebbe sapere che senza rivedere il rapporto con l’Italia, non c’è alcuna garanzia di un atteggiamento diverso. Quello che sta accadendo – conclude – smentisce anche chi ha pensato che la politica estera sammarinese andasse vissuta più in chiave europea che nel rapporto con il nostro vicino di casa”.
Per Mario Venturini la vicenda è preoccupante, al di là dei tentativi di giustificazione. “Scontiamo i ritardi – aggiunge il coordinatore di Alleanza Popolare – con cui si sono affrontate le questioni delle difficili eredità del passato. Sarà un fardello in più – conclude – per il governo che nascerà dopo le elezioni, che una volta per tutte dovrà affrontare la questione del rapporto con l’Italia”.
“Il lavoro fatto nel bilaterale con l’Italia – spiega il capogruppo del PSD, Claudio Felici – doveva servire proprio a recuperare questi terreni, che ritardi precedenti avevano compromesso. La crisi di governo prima e la fine della legislatura poi – aggiunge – hanno causato anche questo. Ancora una volta – conclude – scontiamo la decisione di chi, per ragioni interne, ha voluto metter fine ad un’esperienza importante”.
Gabriele Gattei, della Lista Civica Noi Sammarinesi chiede di conoscere cause e ragioni del ritardo e i nomi dei responsabili. “Perché – si chiede – non si è agito per tempo? Perché la normativa 2007 non è stata varata già adeguata alle pretese esterne? Forse – conclude – perché era più importante pensare al numero delle case da gioco e all’ingresso in Europa, piuttosto che ristabilire buoni rapporti con l’Italia”.
Il capogruppo di Sinistra Unita, Alessandro Rossi, definisce la questione molto delicata, segno evidente delle difficoltà nei rapporti fra i due stati. “C’è molto da fare. Il percorso adottato nell’ultimo scorcio di legislatura – afferma – dimostra che si stava percorrendo la strada giuste e le resistenze venivano proprio dalle forze di opposizione, e in particolare dalla DC, che oggi – dichiara – punta il dito accusatore. Non vedo in questo – conclude – alcuna responsabilità del governo di centro sinistra”.

Stefano Caringi (Banca Centrale): "Prevista l'esclusione dalla white list"

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