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Referendum aborto, dibattito in casa Pdcs. Prendono la parola i giovani

La campagna della DC non sarà contro ma propositiva. Da più parti, inoltre, la richiesta di non strumentalizzare politicamente

di Monica Fabbri
2 set 2021

Il referendum sull'aborto catalizza l'attenzione del Pdcs. Non potrebbe essere altrimenti, si parla di un tema che tocca le coscienze, i valori fondanti del partito, richiamati a gran voce dal vice Segretario nel suo discorso conclusivo alla Festa dell'Amicizia. “No all'aborto, sì alla vita” ha ribadito dal pulpito Manuel Ciavatta. Il dibattito nel mondo cattolico si riflette nella stessa Dc, dove prende la parola anche l'anima più moderata, che scarta il no a prescindere e invita ad una riflessione ulteriore, ad un approfondimento culturale che tenga sì conto del valore inviolabile della vita dal suo concepimento fino alla sua fine naturale, ma che consideri anche i tanti soggetti ricompresi nel tema, fra cui il padre. E' il senso della lettera della Direzione dei Gdc – letta dal suo Presidente Lorenzo Bugli - che ha aperto il Consiglio Centrale dopo riferimento di Ciavatta.



Al netto delle tante sensibilità, non c'è nessuna contrapposizione, il partito “parla con una voce sola”, chiarisce Alice Mina, che rimarca al contempo l'importanza di ulteriori riflessioni su un tema così complesso, dove un sì o un no sarebbe riduttivo. “La società – spiega - chiede aperture differenti, che non significa dire no alla vita e sopprimere un essere umano”. Dai giovani del partito, quindi, arriva una riflessione più aperta, e qualche critica al Pdcs per aver per troppi anni accantonato certi temi, sottraendosi al confronto, facendo troppo poco culturalmente per inserirsi in un contesto che sappia tutelare vita, famiglia e madri. Chiedono alla Dc di porsi in questo referendum come partito del diritto, senza parlare di ideologie.
E' anche un no forte ad un referendum “che ci vuole – accusano – portare all'estremo”, ma chiedono che le donne non siano lasciate sole, costrette a scappare da uno Stato che non le tutela. Invitano il partito a predisporre sin da subito una legge che aiuti madri, donne sole, non trascurando le difficili scelte in casi estremi di pericolo di vita o violenza. Da più parti emerge anche un aspetto più politico, la richiesta che il referendum non venga strumentalizzato, considerando che i temi etici non rientrano nell'accordo di Governo.
Insomma, qualunque sia l'esito del voto, non dovrà mettere in discussione il rapporto fra Dc e Rete. Alla fine del dibattito, un proposito su quella che sarà la campagna del Pdcs: il partito non si porrà in contrapposizione ma sarà propositivo sul tema della vita. Guarderà alla famiglia e all'accoglienza di una nuova nascita. “Non nascondiamo nulla di tutte le problematiche presenti – spiega Pasquale Valentini - ma vorremmo dare alla campagna questo accento positivo. L'accoglienza della vita è fattore generativo della persona e di tutto quello che la persona comporta. Non è un di meno ma un di più. E non ci sono condizioni per quanto difficili in cui questo non sia praticabile, mettendo però in atto una rete di solidarietà per non fare sentire la persona sola di fronte alle difficoltà. Non è risolutivo dire no – continua Valentini - se non ricreiamo quel tessuto sociale dentro il quale nessuno deve essere costretto a porsi un problema drammatico come quello dell'aborto. Non è fattore libertà arrivare a quel punto, ma la negazione di ciò in cui nell'umano è fattore principale, il diritto di vivere”.




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