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Relazione Ciavatta: dall'evoluzione del virus alla riorganizzazione assistenziale da prevedere nelle fasi successive

Ecco alcuni passaggi salienti del documento illustrato ieri dal Segretario di Stato per la Sanità in Consiglio

24 apr 2020
Relazione Ciavatta: dall'evoluzione del virus alla riorganizzazione assistenziale da prevedere nelle fasi successive
Relazione Ciavatta: dall'evoluzione del virus alla riorganizzazione assistenziale da prevedere nelle fasi successive

In rassegna le tappe che hanno scandito la gestione dell'emergenza Covid-19 sul Titano. Tre mesi – da fine gennaio ad oggi – segnati, via via, dal rilevamento dei primi casi accompagnato dal susseguirsi di atti normativi (ordinanze, delibere e decreti legge) che hanno avuto quale passaggio determinante, il lockdown attuato il 14 marzo, a pochi giorni dalla dichiarazione di pandemia da parte dell'Oms (11 marzo); quindi, la risposta all'emergenza da parte della struttura ospedaliera e delle unità assistenziali sul territorio; il grande impegno del personale sanitario e dei volontari; sullo sfondo la firma del protocollo d'intesa di mutua collaborazione (26 marzo) tra Segreteria alla Sanità e Ministero italiano della Salute e il riconoscimento dall'FMI della corretta reazione del Paese rispetto alla strategia di contrasto al virus (4 aprile).

Il Segretario di Stato Roberto Ciavatta tiene a rimarcare l'andamento dei ricoveri, “anche in ottica della valutazione di stress test per il futuro” - dice: da una manciata di casi a inizio marzo, il 26 si è raggiunto il picco di 53 ricoverati in isolamento e 15 pazienti in terapia intensiva arrivando poi, nel giro di circa un mese, all'attuale fase di miglioramento con numeri in progressiva riduzione e conseguente decongestionamento delle aree di degenza. “Posti in terapia intensiva che – ricorda – sono stati portati da 6 a 20 in tempi rapidi. Tutte le persone ricoverate sono state accolte in stanze con un massimo di due letti. Nessuno ha sostato nei corridoi o sulle barelle. A nessuno – assicura - è stata negata una terapia né la possibilità di un supporto ventilatorio”.

Messe in atto precise procedure sia nella diagnostica, sia nella logistica. Centri sanitari svuotati delle loro funzioni con l'attivazione delle prescrizioni mediche on line; ospedale immediatamente blindato con controlli serrati e verifica della temperatura nell'unico accesso.

Sul fronte dei dispositivi di protezione individuale, Ciavatta sottolinea inoltre che l'ISS non ha mai avuto carenza di mascherine chirurgiche.

3 gli episodi di diffusione del virus all'interno di strutture assistenziali: una Colore del Grano, uno a Villa Oasi, l'ultimo, in ordine di tempo, il focolaio epidemico in Medicina Interna Sul fronte dei dispositivi di protezione individuale, Ciavatta sottolinea inoltre che l'ISS non ha mai avuto carenza di mascherine chirurgiche.

Relativamente ai tamponi “sempre disponibili, – scandisce - ma l'ISS non aveva la possibilità di analizzarli”. Di qui la necessità di rivolgersi a Bologna, a Pievesestina, e successivamente sono stati stretti accordi anche con Ancona e una società privata di Faenza. “Appena arrivati sul mercato i test sierologici veloci, - aggiunge - ne siamo venuti in possesso. Allo stesso modo siamo stati tra i primi in Europa ad avere in casa e ad usare i test molecolari. Ad oggi sono stati svolti tamponi sul 5,21% della popolazione. Siamo il terzo paese al mondo”.

Avviato di recente anche il programma di ricerca attiva delle persone portatrici del virus ma asintomatiche, con il 50% dei testati risultati positivi. “Si sta delineando – osserva Ciavatta - la vera estensione dell’epidemia, che sarà chiara quando un’ampia percentuale della popolazione sarà sottoposta al test. In prospettiva – annuncia - sarà necessario utilizzare gli screening a sostegno della ripresa della mobilità e del lavoro, così come riorganizzare e reindirizzare l’attività assistenziale sul territorio”.

Capitolo farmaci, infine: quelli consigliati da Linee Guida cinesi e raccomandati dall'AIFA – tra gli altri l'antivirale REMDEVISIR, il TOCILIZUMAB per il trattamento dell'artrite reumatoide, l'eparina a basso peso molecolare -, sono stati sempre disponibili ed utilizzati tutti off label. Per quanto riguarda l'AVIGAN, farmaco non registrato né in Europa né in USA e in studio da parte di AIFA, “siamo in attesa – fa sapere il Segretario alla Sanità - di una imminente fornitura reperita tramite l’ambasciata giapponese e che verrà somministrata all’interno di un protocollo di studio da sottoporre alla valutazione del Comitato di Etico in considerazione del rischio di malformazioni fetali”.


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