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Restrizioni, Ciavatta: "Coraggio oggi, per non chiudere a Pasqua". Righi: "Contro le cene in casa, apriamo i ristoranti la sera"

Lonfernini: "Per dare serenità all'economia dobbiamo darla a struttura sanitaria e attività vaccinale"

di Monica Fabbri
10 mar 2021

L'allarme lanciato ieri dai vertici ISS sulla drammaticità della situazione in Repubblica fa riflettere la politica sulle misure adottate. “L'ultimo decreto non ha prodotto effetti”, ha dichiarato preoccupata Alessandra Bruschi, parlando di rischio lockdown molto elevato nel caso in cui la situazione non dovesse migliorare. “Il nostro livello di contagio è peggiore di Rimini, basta guardare i numeri”, commenta il Segretario alla Sanità. “Gli effetti dell'ultimo decreto sono miseramente falliti” - ribadisce Roberto Ciavatta, che riafferma posizioni ormai note: ricorda come tempo fa parlasse della necessità di una chiusura per riaprire a Pasqua. “Con questo andamento – avverte - a Pasqua rischiamo di rimanere chiusi perché non vogliamo farlo oggi”.




Non nasconde un certo disappunto. “Sono in continuo contatto con l'Emilia-Romagna - dichiara - e le loro preoccupazioni sono anche le mie, rappresentate dall'ISS. Se i numeri dovessero peggiorare tanto da costringere l'ospedale a chiudere tutti i servizi non me ne assumo io la responsabilità”. Del resto, chiarisce, le misure da zona rossa le ha richieste la stessa regione a Roma per poter riaprire dieci giorni prima. “Noi – afferma - stiamo facendo il contrario”. Ci sono misure intermedie fra lockdown e tutto aperto. “Bisognerebbe parlarne seriamente – dice - e fare ciò che va fatto”. Da qui l'invito ad avere coraggio: in una fase come questa – spiega – la politica non può fare cose popolari”.

Altrettanto netta, però, la posizione di Fabio Righi: “Bisogna iniziare a fare quello che ha senso fare, adottando interventi che abbiamo riscontrato possano diminuire il contagio, senza tralasciare l'elemento economico”. Sì a confronto con politica e parti sociali, per “studiare misure logiche e ragionevoli – dice - e non dettate dal sentimento”. Porta l'esempio dei ristoranti: visto che il fenomeno delle cene in casa è impossibile da controllare – spiega – tenerli aperti con i dovuti controlli garantirebbe sicurezza e rispetto delle regole. “È la cosa – afferma - più logica da fare”.

“Abbiamo tutti quanti sotto gli occhi la comunicazione dei vertici ISS, dovrà essere presa in seria considerazione”, commenta Teodoro Lonfernini. “Come in tutte le situazioni di decreto in corso – aggiunge il Segretario al Lavoro - può essere oggetto di modifica. Non dovrà mancare il confronto con governo, maggioranza e tutte le parti coinvolte. Che si arrivi a misure più repressive o ad altre formule – aggiunge - lo dovremo valutare tutti quanti insieme. Fondamentale l'aspetto economico considerando la nostra piccola realtà. Ma per dare serenità all'economia – conclude - dobbiamo darla a struttura sanitaria e attività vaccinale”.





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