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Rete: Cosa ne sarà del porta a porta?

21 mar 2014
Rete: Cosa ne sarà del porta a porta?
Rete: Cosa ne sarà del porta a porta?
Per avere successo nelle cose non basta dire di farle: l'importante è COME si fanno. RETE non solo è favorevole, ma sin dalla sua nascita ha sostenuto il porta a porta spinto (assieme alla tariffa puntuale secondo il principio “chi inquina paga”) come strategia per gestire al meglio i rifiuti. Ma per cambiare abitudini è necessario vedere concretamente il risultato del proprio impegno. E come si concretizza l'impegno nel differenziare i rifiuti?
Intanto vedendo il rifiuto trasformarsi in risorsa (pensiamo all'umido che diventa compost per orti e giardini o comunque per ridare sostanza ai terreni), e di conseguenza verificandone l'effetto sulla bolletta, che premia a seconda dell'impegno profuso e della qualità del rifiuto raccolto.
Per raggiungere questi obiettivi occorre pianificare nei minimi dettagli un progetto di investimento sulla differenziazione, anche riducendo le spese di smaltimento fuori confine (due milioni di euro) dell'indifferenziato.
Invece si ha l'impressione che si voglia non far funzionare le cose perché non si crede in questo progetto! E allora avanti con la speculazione: macchinari, appalti, personale si moltiplicano senza alcun progetto lungimirante, con una gestione a dir poco improvvisata! Anziché semplificare, la gestione dei rifiuti è diventata un intricato meandro di interessi incrociati. Ma se AASS dà in appalto la raccolta dei rifiuti, darà in appalto il porta a porta, paga 25.000 euro di consulenza per creare il progetto del porta a porta, non gestisce gli impianti....per cosa paghiamo i suoi dirigenti?
Così che il porta a porta, che ha reso “virtuosi” alcuni comuni d'Italia, rischia di venir sfruttato per legittimare speculazioni di cui si rendono partecipi alcune ditte private, le quali vivono per gli appalti (sempre con licitazione privata, mai con bando di concorso). Quando poi i contratti vengono pagati a tonnellata di rifiuti, è ovvio che più tonnellate di rifiuto vengono prodotte, più aumentano i guadagni... il contrario della filosofia di riduzione del rifiuto del porta a porta.
Dopo anni di immobilismo, l'AASS si risveglia un giorno di qualche mese fa di fronte all'emergenza (segnalata da RETE), con l'Italia che non accetta più il nostro rifiuto indifferenziato. Ecco l'alibi che serviva: sotto la pressione dell'urgenza si noleggia un macchinario INUTILE (il tritovaglio) gestito dalla Beccari srl, i cui dipendenti vengono formati per utilizzarlo (anziché formare i dipendenti dell'AASS). Immediatamente l'AASS spende 24.000 euro per posizionare il macchinario a San Giovanni, il cui costo mensile è di €10.000 di noleggio, €1000 al mese di consumi elettrici, €1000 al mese di manutenzione, €8 all'ora di manodopera e infine €35 a tonnellata a Beccari Srl per imballare
i rifiuti in uscita dal tritovaglio.
La cosa simpatica è però che l'Italia non accetta nelle sue discariche i rifiuti tritovagliati, dunque in discarica a Sogliano devono essere nuovamente trattati... con ulteriori costi che paghiamo sempre noi! Allora perché pagare trattamenti costosissimi e inutili? Per favorire chi gestisce la macchina alle spalle dell'AASS? Perché l'AASS stipula appalti con ditte private senza bandi pubblici e si rifiuta di pubblicare i contratti?
Se le cose stanno così (e visto che i documenti dell'AASS non sono disponibili dobbiamo basarci sugli unici dati ufficiali in nostro possesso, frutto di recenti interpellanze) quello che noi ravvediamo sono speculazioni, appalti discrezionali, incapacità dei dirigenti dell'AASS, assenza di trasparenza. E questa assenza di trasparenza evidentemente non piace nemmeno alla procura di Forlì, che prima di dare l'ok al trasporto dei rifiuti sammarinesi a Sogliano ha sottoposto l'AASS ai raggi X, richiedendo l'espletamento dell'informazione antimafia da parte del collegio sindacale, del CdA, e del Direttore dell'AASS. Quali siano i motivi per cui la Procura di Forlì è così scrupolosa verso l'AASS... non è dato saperlo, perché anche questi documenti l'AASS non li pubblica!
Cittadini, iniziamo a pretendere i nostri diritti, quelli che ci stanno togliendo dicendoci che il nostro benessere non è più sostenibile. Questi sprechi, come tanti altri, vanno tagliati alla radice... ma invece dobbiamo pretendere che non vengano toccati la nostra sanità e la nostra istruzione!
Non siamo carne da tassare, pretendiamo per i rifiuti una gestione totalmente pubblica, trasparente, fonte di risorse e non speculazione!!
Chiediamo di venir coinvolti, pretendendo di avere dati concreti per sapere dove finiscano i rifiuti che differenziamo e come l'AASS intenda trasformarli in risorsa! E se non c'è competenza, le dirigenze non devono essere sostituite da consulenti, ma devono andarsene a casa, lasciando il posto a chi si prende davvero la responsabilità delle proprie scelte!

Comunicato stampa Movimento R.E.T.E. Rinnovamento Equità Trasparenza Ecosostenibilità

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