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Riforma pensioni: la ricetta di Sinistra socialista democratica

di Mauro Torresi
30 mar 2019
Riforma pensioni: la ricetta di Sinistra socialista democratica
Riforma pensioni: la ricetta di Sinistra socialista democratica

Ssd si focalizza sulla situazione del Paese e offre le sue ricette. Oltre a considerazioni sulla razionalizzazione della spesa per il personale pubblico, in una nota il partito parla della necessità di “accedere a un finanziamento estero” e delle riforme strutturali da compiere. Tra queste, quella delle pensioni. Ssd mette al centro del cambiamento il principio di “solidarietà generazionale” per poter garantire la pensione ai giovani di oggi. Essenziale, poi, la protezione dei fondi di primo e secondo pilastro e la “condivisione sociale” della riforma.

Ssd giudica “ragionevole” la proposta di arrivare a quota 103, prevedendo “gradualità e finestre di uscita”. Nel leggere le proposte, balza all'occhio l'idea di Sinistra socialista democratica di tutelare il sistema retributivo. Una posizione opposta rispetto a quella iniziale del Governo che, in una prima fase, puntava al passaggio al contributivo. Il Segretario di Stato alla Sanità, Franco Santi, interpellato sulla questione, spiega che l'opzione è al momento accantonata in favore di un retributivo con correzioni, rivedendo i sistemi di calcolo.

La nota di Ssd prosegue con la proposta di avere tetti massimi alla pensione, così come una tutela dei livelli minimi. Il “contributo di solidarietà”, poi, dovrà essere rapportato all'indicatore della condizione economica ICEE. Per il partito, non è proponibile esentare o assegnare un regime speciale per il versamento dei contributi alle fasce di reddito superiori ai 100mila euro.

In chiusura della nota, il Consiglio direttivo si congratula con Michele Muratori per l'incarico reggenziale e comunica che il presidente per il periodo 1 aprile – 1 ottobre sarà Antonio Carattoni.

Il comunicato integrale di Ssd


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