Salute sessuale e riproduttiva della popolazione: il pdl di Rete arriva in Aula. Ecco cosa prevede

A far storcere il naso agli alleati l'articolo 7 sull'interruzione volontaria di gravidanza, ma il progetto di legge di Rete sulla tutela della salute sessuale e riproduttiva della popolazione sammarinese, esplora la sessualità a 360 gradi, affrontando anche temi fuori dai radar della politica.

Ad esempio vengono previste l'analgesia epidurale durante il parto, la consulenza andrologica a partire dall'adolescenza e il riconoscimento di nuove patologie ginecologiche invalidanti, come l'endometriosi. Viene affrontata anche la salute sessuale delle persone disabili, relativa assistenza alle famiglie e riconosciuto l'accesso agevolato a prodotti contraccettivi, assorbenti igienici e pannolini per bambini. Per la pillola del giorno dopo è previsto il pagamento, senza ricetta medica, per le maggiorenni. Gratuitamente, ma con ricetta, per le minorenni. Viene istituito un consultorio pubblico per la consulenza psicologica, ginecologica e andrologica per tutte le fasce d'età, e per l'orientamento di genere.

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Due articoli intervengono nel Codice Penale: vengono infatti introdotti i reati di interruzione di gravidanza clandestina e di violenza ostetrica. In quest'ultima rientrano diversi atti, incluso l'obbligo a partorire in una determinata posizione; ostacolare il contatto precoce di madre e neonato senza giustificazione; accelerare il parto o taglio cesareo senza consenso della donna e in assenza di indicazioni mediche.

Sul tema dell'interruzione volontaria di gravidanza, il pdl recepisce alcune delle indicazioni dei testi di legge di iniziativa popolare depositati nel 2018 e ancora in attesa del passaggio in Commissione. La donna in stato di gravidanza può richiedere l'interruzione volontaria entro la fine della dodicesima settimana di gestazione senza l'obbligo di fornire motivazioni. Possono richiederla anche minorenni: dai 16 anni in su, senza il consenso dei genitori che, tuttavia, devono essere informati dall'Iss. Per le minori di 16 anni serve invece il consenso di chi esercita potestà legale o, in caso di disaccordo, del giudice tutelare. Consenso non più necessario nei casi di stupro o incesto. L'aborto dopo la dodicesima settimana è consentito solo nei casi di grave pericolo per la salute fisica o psichica della donna e in presenza di gravi anomalie o malformazioni del feto. Il progetto di legge approderà in prima lettura nel Consiglio di luglio.

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