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San Marino: Civico 10, le parole al vento del Governo

3 feb 2015
San Marino: Civico 10, le parole al vento del Governo
San Marino: Civico 10, le parole al vento del Governo
“L’insostenibile leggerezza delle parole al vento”: si potrebbe commentare così l’abuso di parole e annunci di cui il Governo si sta rendendo protagonista in questo periodo.
Di fronte ad una disoccupazione che viaggia verso il 10%, con quella giovanile più alta della media europea, ed una economia che, al di là delle parole e delle rassicurazioni, continua a contrarsi (ricordiamo che il Pil è sceso del 3% anche nel 2013, ultimo dato disponibile), il Governo continua a lanciare messaggi rassicuranti.
Posti di lavoro in arrivo a centinaia (prima 600, poi 300, poi 100, poi di nuovo 200, cifre senza alcuna logica buttate sulle prime pagine dei giornali così, un po’ a caso), investimenti milionari, manifestazioni di interesse da ovunque, riforme storiche in dirittura d’arrivo. L’ultimo è stato il Segretario Belluzzi che, giusto ieri, ha annunciato 100 posti di lavoro grazie ad un grande investimento che avrà luogo nel settore metalmeccanico (a proposito: immaginiamo lo sviluppo di San Marino nel settore metalmeccanico?) e ci ha ricordato che entro la primavera inizierà il confronto sulla grande riforma del mercato del lavoro (che in realtà sarebbe dovuta andare in Consiglio, in realtà, entro Marzo 2014).
Il tutto, mentre la maggioranza è impegnata in una verifica di cui nessuno ha capito l’utilità e lo scopo, se non quello dare un po’ di colore al tempo visto che anche li veniamo continuamente rassicurati sul fatto che va tutto bene.
Il Governo lavora benissimo, la questione morale non è un problema, i tagli non ci saranno, il Paese è felice e se c’è qualche problema, è solo temporaneo ed in via di risoluzione.
Viene da chiedersi se viviamo nello stesso Paese.
In 2 anni e 3 mesi il Governo ha registrato una bella insufficienza sui provvedimenti strutturali necessari a rimettere in sesto l’economia, rendere più attrattivo il Paese per gli investitori esteri, ridurre la burocrazia, rendere più efficienti le telecomunicazioni, velocizzare le pratiche necessarie per adattarsi ai mutamenti dei mercati, informatizzare il rapporto con la PA, rendere più certe le regole, riformare le regole del mercato del lavoro, aumentare la formazione del personale e ridurre la discrezionalità del Governo nelle decisioni. Nodi che, senza considerare i problemi specifici di ogni settore, bloccano le nostre imprese già presenti in territorio e quelle che potrebbero venire.
Da tempo teniamo un atteggiamento propositivo, abbiamo fatto tantissime proposte e portato molte idee in Consiglio su questi temi. Giace in Commissione, in attesa di un esame che non avverrà mail, il nostro Progetto Lavoro, che contiene norme per riformare le regole del mercato del lavoro garantendo più flessibilità e dinamicità alle imprese, meccanismi per ridurre la durata della disoccupazione e formare le persone per una nuova occupazione e per garantire la tutela del reddito; ma anche e soprattutto norme per favorire lo sviluppo dell’economia e per risolvere, a costo praticamente zero, i problemi sopra evidenziati.
Proposte che, neanche a dirlo, vengono regolarmente snobbate in favore di costosi consulenti esterni, salvo poi riprenderne qualche pezzo piantandoci una bella bandierina sopra.
La speranza è che i cittadini, appena saranno interpellati (e speriamo questo avvenga prima possibile) diano una lezione a questa presunzione e scelgano chi ha veramente idee coraggiose per far cambiare il Paese.

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